martedì 30 ottobre 2018

I NOSTRI 6 SKYLINE PREFERITI


Lo skyline o altrimenti detto "panorama urbano" è il biglietto da visita di una città. Grazie ai nostri viaggi abbiamo avuto l'opportunità di ammirarne parecchi e molti ci hanno davvero affascinato!!
Questa è la nostra personale classifica degli skyline più accattivanti.

6° POSTO: DUBAI



Non mi sono particolarmente innamorata di Dubai, la ritengo una città senza anima con la volontà di superare in altezza e in modernità le altre metropoli. Ciò nonostante non posso negare che siano fantasiosi per quanto riguarda la forma dei grattacieli. Lo spettacolo delle fontane del Dubai Mall ai piedi del Burj Khalifa che, con i suoi 828 metri di altezza è il grattacielo più alto del Mondo, rimane indimenticabile.


5° POSTO: LONDRA



Londra è un evergreen. British è sinonimo di eleganza e il binomio antico e moderno risulta vincente. Tornerei a visitare Londra anche domani. E' una città che non stanca mai.

4° POSTO: HONG KONG



Caotica, rumorosa, inquinata ma pur sempre affascinante Hong Kong acquista maggior fascino alla sera quando i grattacieli si illuminano e le luci si riflettono sul mare. Esotica.


Per godersela in tutto il suo splendore bisogna salire ad alta quota e raggiungere The Peak. Il modo più veloce e spettacolare per arrivare in cima è prendere il Peak tram che in cinque minuti vi porterà in vetta. Notevole alla sera.

3° POSTO: SYDNEY


Lo ammetto, ho un debole per questa città australiana dove è possibile salire sui bus con una tavola da surf, prendere il sole a Bondie Beach e alla sera fermarsi a prendere l'aperitivo di fronte all'Opera House godendosi il panorama.


2° POSTO: SINGAPORE


Singapore è una città ammaliatrice soprattutto la sera. Se sceglierete questa meta soggiornate al Marina Bay Sand per godervi l'indimenticabile panorama dalla piscina situata in cima. Al tramonto, quando le temperature si abbassano e l'aria si fa più respirabile la vista di questo skyline è pura magia. Indimenticabile.


1° POSTO: NEW YORK


And the winner is...... la magica New York. Sarò banale, scontata, molto convenzionale ma la vista al tramonto sul Top of The Rock mi lascia sempre senza fiato. New York ha una forte personalità, è accattivante,  dinamica e ha il suo fascino in tutte le stagioni. Love this place.


giovedì 25 ottobre 2018

WHITSUNDAY ISLANDS

WHITSUNDAY ISLAND

Quando la natura si supera e crea un paradiso terrestre


Il viaggio in Australia è stato un viaggio intenso e ricco di grandi emozioni. Ho amato da subito  questo territorio selvaggio a più di 20 ore di volo da casa. 
Uno degli aspetti che più mi ha affascinato è stato il colore dell'oceano nella costa tropicale del Queensland. Già al nostro arrivo ad Arlie Beach sono rimasta stupita dal luccicare del mare. L'acqua, di un verde smeraldo,  aveva una vividezza che mai credevo potesse esserci in natura, tanto da lasciarmi senza fiato. La sabbia bianca e le palme facevano da cornice a questo indimenticabile mare.


Tramite l'agenzia locale Whitsunday Getaways avevamo prenotato un soggiorno di due notti su uno splendido catamarano.  


Avevamo a disposizione una piccola cabina e un mini bagno privato che, per chi viaggia in barca, è già un grande lusso.
Con noi erano presenti due coppie di canadesi, una delle quali trasferita in Australia ed una coppia di svizzeri del Cantone tedesco. A completare il quadro c'erano Phil il simpatico skipper e sua moglie Deb, un'ottima cuoca.
Siamo saliti sul catamarano nel primo pomeriggio di un'assolata giornata di inizio ottobre. Al nostro arrivo Deb ci attendeva con una sacca dove riporre scarpe e ciabatte. In barca si vive scalzi e già questo regala un grande senso di libertà. Le altre regole erano tutte molto fattibili: usare poca acqua, non pettinarsi in bagno e non appendere capi bagnati all'interno della camera. 
Il catamarano è un mezzo molto più stabile rispetto a una barca a vela e pertanto si rischia meno di soffrire il mal di mare. Devo dire che l'esperienza di dormire in barca è stata a dir poco fantastica.
La prima notte l'abbiamo trascorsa a Hook Passage, una zona riparata tra l'isola Hook e le Whitsundays. E' stata una notte tranquilla dove mi sono addormentata cullata dalle onde e risvegliata dalla luce che filtrava dall'oblò che mi ricordava di essere in mezzo al mare.




Al mattino Deb ci ha preparato una ricca colazione. Ricordo che avevo una tazza di caffè in mano e, seduta sul bordo della barca, mi godevo il sole appena sorto, l'aria pulita, il confortevole rumore delle onde quando un'enorme tartaruga marina è passata di fronte a me. É stato davvero emozionante: l'ho vista passare in religioso silenzio pensando che di rado ci si sveglia in un luogo così meraviglioso.



Una volta ripartiti ci siamo diretti ad un vero spettacolo della natura: la famosa Whiteheaven Beach. 


Composta dal 98% da silice, questa spiaggia ha una sabbia bianchissima e dalla consistenza fine. Le correnti del mare modificano la fisionomia di questa spiaggia che nell'arco di pochi minuti forma strisce di sabbia in mezzo ad un mare cristallino dal verde intenso.


Non credo di aver mai visto una spiaggia più bella di questa ed io sono sarda, pertanto molto pretenziosa in fatto di mare. Ma il bianco intenso contrapposto ai colori del mar dei Coralli rende il paesaggio un vero Paradiso, mai nome fu più appropriato.


Acque tanto belle quanto pericolose perché il mare era ricco di razze che nuotavano pericolosamente vicino ai nostri piedi.

Dopo essermi lustrata gli occhi con tutto questo splendore siamo tornati sulla barca dirigendoci verso il reef australiano. Navigare sul catamarano è davvero piacevole soprattutto quando ti puoi rilassare e prendere il sole sulla rete.


Una volta giunti nei pressi della barriera corallina ci siamo dedicati ad un pò di snorkeling. La temperatura dell'acqua era abbastanza bassa, pertanto abbiamo indossato la muta e siamo entrati in acqua. Phil, lo skipper, è stato molto attento: ci controllava a distanza e non appena ci si stancava, bastava alzare il braccio e veniva a riprenderti con il tender. 

Dopo il ricco pomeriggio trascorso ad ammirare la barriera corallina australiana dove i pesci hanno tutti misure oversize, siamo rientrati affamati sul catamarano dove Deb ci attendeva con un ottimo aperitivo.


Phil ha poi acceso il barbecue e abbiamo cenato in ottima compagnia con uno scenario da favola.
Essere in barca durante il tramonto è qualcosa di veramente magico. Si ha come la sensazione che lo spettacolo di fronte ai proprio occhi sia in esclusiva, qualcosa preparato solo per chi è sulla barca. Il rito del sole che scompare dietro l'orizzonte ed il cielo che si colora di tutte le sfumature del rosso mi rimarrà per sempre nel cuore.


Questa esperienza è stata davvero speciale ed è stata una parentesi super romantica della nostra già ricca luna di miele. 
Abbiamo trascorso tre giorni  fantastici in un ambiente familiare, grazie alla gentilezza di tutti, alla professionalità dello skipper e grazie alle meraviglie della natura di cui l'Australia è ricca.

AUSTRALIA 1°PARTE

AUSTRALIA 2°PARTE

domenica 14 ottobre 2018

FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA ETICA

FESTIVAL DELLA FOTOGRAFIA ETICA

LODI 6-28 OTTOBRE 2018

Quando la fotografia parla alle coscienze


Lodi, a pochi passi da Milano, ospita nel mese di ottobre l'interessante Festival di Fotografia Etica, ormai all'ottava edizione. Si tratta di una manifestazione che si propone di promuovere la fotografia come strumento di conoscenza e approfondimento e che testimonia situazioni critiche in varie parti del mondo.
Nei weekend di ottobre è possibile acquistare il biglietto di ingresso (al costo di 15 euro) che vi consentirà di entrare liberamente alle varie mostre.
Tutti i luoghi espositivi sono situati nell'affascinante centro storico lodigiano e nella maggior parte dei casi sono chiese sconsacrate o meravigliosi palazzi d'epoca.

La nostra giornata è iniziata in coda davanti alla biglietteria sita in piazza Broletto. Probabilmente complice la splendida giornata di sole autunnale, l'idea di visitare il festival non è venuta solo a noi.
Dopo una mezz'ora di coda siamo riusciti ad ottenere il prezioso bracciale arancione che funge da pass per le varie mostre ed abbiamo iniziato il nostro tour nel palazzo Modigliani.
Filippo Venturi

Abbiamo avuto l'occasione di seguire la visita guidata del fotografo Filippo Venturi che raccontava le esperienze vissute durante i suoi viaggi nella penisola coreana. Le foto mostrano una Corea del Sud alla spasmodica ricerca di una perfezione sia estetica che lavorativa a cui si contrappone una Corea del Nord imprigionata in un regime autoritario dove la popolazione vive in una sorta di "Grande fratello", senza alcuna idea di ciò che esista fuori dai loro confini e terrorizzati da un imminente attacco degli "sporchi Yankee".

Ph: Filippo Venturi

Nella sala attigua vengono mostrate le fotografie di Adam Ferguson che, con grande abilità nell'utilizzo della luce, ha mostrato le ragazze rapite da Boko Haram (organizzazione islamica nigeriana)  che riuscirono a fuggire.

Ph: Adam Ferguson

Interessanti e splendide le fotografie di Shah Marai, vent'anni di carriera in Afghanistan e ucciso in questa terra in un attentato rivendicato dall'Isis all'età di 41 anni.
Questo grande fotografo ha mostrato la popolazione afghana e le condizioni di vita in una terra massacrata dalla guerra.

Ph: Shah Marai

Michele Guyot Bourg è l'autore di un reportage realizzato a cavallo degli anni 80 e 90 che ebbe l'idea di documentare la vita che scorreva nei pressi del ponte di Genova. "Vivere sotto una cupa minaccia" risulta tristemente attuale dopo la tragedia del 14 agosto 2018.

Ph: Michele Guyot Bourg

Il nostro tour è proseguito nel Palazzo Barni nello spazio World. Report Award. 
Nella prima sala è possibile ammirare le eccellenti foto della fotoreporter americana Paula Bronstein che ha documentato l'esodo del popolo dei Rohingya. Per chi non ne fosse a conoscenza i Rohingya sono un gruppo di fede musulmana che risiede nello Stato del Myanmar, al confine del Bangladesh e fanno parte degli strati più poveri della popolazione. Da molti queste persone non vengono riconosciute come cittadini birmani e vengono ritenuti bengalesi. Nell'ultimo anno la situazione è peggiorata drasticamente e ci sono stati molti conflitti con le forze armate. Parecchie persone tra cui donne e bambini sono state uccise e molti fuggono verso il Bangladesh. Paula Bronstein ha documentato questa attuale tragedia con foto davvero toccanti.

Ph: Paula Bronstein

Interessante la mostra dedicata all'ultima miniera di carbone tedesca Prosper Handel che chiuderà i battenti quest'anno. Nanna Heitmann ha mostrato le difficili condizioni di vita dei minatori, i segni sui loro volti e sui loro corpi del duro lavoro svolto.

Dopo una ricca mattinata di mostre ci siamo concessi un pranzo in un piacevole ristorante lodigiano. Gaffurio rientra tra i ristoranti del festival al cui interno è presente una esposizione fotografica appartenente al circuito Off. Cibo di qualità e della tradizione lodigiana ci hanno permesso di rifocillarci in una elegante location.

Ristorante Gaffurio

Dopo il lauto pranzo ci siamo recati all'Ex Cavallerizza, un edificio che accoglie le foto dei vincitori del concorso internazionale World Report Award: Laurence Gaei (primo classificato), Giles Clarke (secondo classificato) e Bente Marei Stachowske (terzo classificato).

Ph: Bente Marei Stachowske 

Poco distante, nell'ex Chiesa di San Cristoforo, sono esposte tre mostre fotografiche. Nella prima "Il prezzo della Vanità"  Paolo Marchetti ha documentato un allevamento intensivo di coccodrilli in Colombia, un allevamento di visoni in Polonia e un allevamento di struzzi in Thailandia. Questo lavoro mostra quale sia il prezzo del business delle pelli di animali destinati ai mercati mondiali dell'alta moda.
In "Storie che fanno la differenza" di Ami Vitale, fotografa americana, viene mostrata la stretta relazione tra gli esseri umani e gli animali. Laura Covelli, durante la visita guidata, ha raccontato con dovizia di particolari i quattro reportage presenti della fotografa. 
Ami Vitale ha documentato l'impegno da parte della Cina nel salvaguardare il suo ambasciatore più conosciuto: il panda.

Ph: Ami Vitale

Da questa visita ho scoperto che gli operatori impegnati a curare e in seguito a riportare i panda in libertà si travestono anch'essi da panda per evitare che l'animale veda l'essere umano.

Ph: Ami Vitale

Una sezione è dedicata allo Stato del Montana (USA), luogo di nascita della fotografa, dove è documentato il lavoro degli allevatori di bestiame che utilizzano tecniche di allevamento ecosostenibili. Nell'ultima sezione, le toccanti fotografie mostrano gli ultimi giorni di vita del rinoceronte bianco Sudan e la cura prestategli da parte delle organizzazioni e comunità locali in Kenia.
Ph: Ami Vitale

La mostra di Nikita Teryoshin si intitola "Discendenza senza corna" e mostra le "Ubercow", ossia le "supermucche", esemplari di mucche tedesche geneticamente modificate che sono in grado di produrre latte quattro volte in più rispetto al passato. Abbastanza inquietante.

Nella Ex Chiesa dell'Angelo è in mostra il portfolio di Mary F. Calvert intitolato: "La battaglia dall'interno, violenze sessuali nell'esercito americano".  Foto che denunciano gli abusi all'interno dell'Arma americana e di come le donne veterane abusate abbiano poi avuto la sindrome da stress post traumatico.
Ph: Mary F. Calvert

Nell'edificio Bipielle Arte vengono affrontati diversi temi.
Gli autori Paolo Siccardi e Roberto Travan, entrambi giornalisti e fotografi, hanno allestito la mostra "Arma il tuo prossimo" mostrando come persone comuni ed esercito vivano in aree dove si respira sempre un pericolo costante.

Ph: Traven
In "Prendersi cura degli invisibili di Los Angeles" è documentato il duro lavoro dell'organizzazione no profit Care Harbor che fornisce cure e visite specialistiche alle famiglie meno abbienti di Los Angeles.
Meritevole inoltre la sezione dedicata a "Mwavita- Nata in tempo di guerra" dedicata alle donne congolesi.

Credo che il titolo del Festival "Quando la fotografia parla alle coscienze" rispecchi in pieno il mio pensiero. I temi affrontati sono importanti, alcuni tristemente noti altri vergognosamente ignorati. 
Questa giornata mi ha permesso non solo di conoscere bravissimi e coraggiosi fotografi ma anche grandi associazioni impegnate in tutto il mondo.


Visitando il link https://www.festivaldellafotografiaetica.it/ troverete tutte le informazioni sugli eventi in programma nei prossimi weekend e molto altro.

sabato 13 ottobre 2018

AUSTRALIA 2°PARTE

THE GREAT AUSTRALIA

Ayers Rock 

2° parte




Uluru (Ayers Rock in inglese) è il più grande massiccio roccioso dell'outback australiano. E' situato nel cuore dell'Australia a 450 km dalla città più vicina, Alice Springs e a quasi 2000 km dal capoluogo Darwin. In pratica è isolato dal resto del mondo.
Uluru, insieme a Kata Tjuta e il monte Conner,  forma un unico immenso monolite in parte sommerso nella sabbia. Famoso per la sua celebre colorazione rossa, a seconda della luce acquista sfumature di ocra, oro e bronzo.
Per le popolazioni aborigene il luogo è considerato sacro ed è naturale visto che si trova in mezzo al nulla circondato da chilometri di bush (la boscaglia infinita australiana).
Questa è l'introduzione necessaria per descrivere ciò che rappresenta in realtà oggi: una grande attrazione turistica. 
Se come noi, avete a disposizione pochi giorni, il consiglio è quello di atterrare direttamente all'aeroporto di Ayers Rock, anzichè ad Alice Spring che dista oltre 4h di auto.
Naturalmente nella zona sono presenti pochissimi hotel, dal prezzo esorbitante e dalla scarsa qualità. Le agenzie locali inoltre organizzano decine di escursioni di ogni tipo e a peso d'oro: tenteranno di vendervi di tutto, addirittura la visione dell'alba e del tramonto.
Infatti ci era stato proposto il "wine sunset" che consisteva nell'accompagnarci in un punto panoramico, offrirci un bicchiere di vino e dei crackers alla modica cifra di 55$ australiani a testa.
Ritengo che ci siano ancora spettacoli della natura che è possibile osservare gratuitamente tra cui l'alba e il tramonto a Uluru. Se siete dotati di un automobile, è possibile recarsi autonomamente in un viewpoint possibilmente non affollato e osservare il sorgere o il calare del sole. Nel nostro caso, prima del tramonto, siamo passati al market e abbiamo acquistato una bottiglia di vino e degli stuzzichini e ci siamo goduti il momento senza agenzie lucrative.


Del nostro hotel, il Pioneer Lodge, dalla scarsa pulizia e la poca attenzione nei confronti del cliente, voglio però salvarne il ristorante alternativo. Infatti è possibile acquistare la carne a un banco e cucinarsela a proprio gusto sul barbecue a disposizione del cliente. Bisogna però prestare attenzione a ciò che si cucina perché  gli insetti (e in Australia sono enormi!) popolano questa terra e vi potrebbe capitare che vi cadano direttamente sulla griglia o nel piatto.

A tal proposito, possiamo definire gli insetti i veri protagonisti di questo territorio, soprattutto se andrete a settembre. Durante le ore più calde un esercito di moschini non vi darà pace, cercando di infilarsi in ogni vostro pertugio in vista in cerca di zone umide quali naso, bocca, occhi e orecchie.
Sono in vendita dei cappelli dotati di retina che proteggono il volto. Alla vista del primo asiatico con indosso questo particolare cappello abbiamo pensato che fosse la solita bizzarria asiatica.
Dopo aver provato con mano l'aggressività di questi insetti insensibili a qualsiasi repellente chimico ci siamo arresi nostro malgrado ad acquistare le retine.



Se qualcuno si domandasse se valga davvero la pena destinare una parte del viaggio a Uluru descrivo il mio pensiero: il luogo è magico, soprattutto se goduto nel silenzio del bush ed è davvero incredibile vedere come il monolite cambia colore all'alba e al tramonto.
Se non avete fretta, attendete appena dopo il tramonto, quando tutti i turisti se ne saranno andati e godetevi il silenzio di uno dei luoghi più magici del mondo mentre le stelle inizieranno a popolare il cielo e la sagoma di Uluru vi regalerà le ultime sfumature prima di sparire nel buio della notte.
Tuttavia questo è principalmente un luogo sacro per gli aborigeni. Questa popolazione è quasi scomparsa dall'Australia, talvolta troverete degli autoctoni per strada palesemente non integrati nella società; molti sono alcolizzati e vivono in condizioni pessime. Chi si è integrato spesso organizza  spettacoli ad hoc per il  turista un pò artificiali. Tutto ciò mostra quanto la colonizzazione australiana abbia provocato seri danni alla popolazione autoctona per ciò che ne resta.
In quanto turisti possiamo almeno rispettare la richiesta che è stata fatta dagli aborigeni ed è di non scalare Uluru, la loro montagna sacra. Credo che sia doveroso rispettare tale desiderio.








lunedì 8 ottobre 2018

AUSTRALIA PRIMA PARTE

WELCOME TO THE GREAT AUSTRALIA

Melbourne - Great Ocean Road - Kangaroo Island

1° parte


Il viaggio di nozze è considerato da molti di noi il viaggio per antonomasia. Molte persone si regalano un sogno: un resort di lusso in un mare caraibico o la possibilità di fare un viaggio oltreoceano. 
Nel nostro caso, grazie alla possibilità di un congedo matrimoniale lungo ben un mese abbiamo optato per visitare una delle terre più lontane. La nostra meta è stata l'Australia con una piccola tappa ad Hong Kong.
Nonostante gli impegni lavorativi e l'organizzazione del matrimonio, mio marito non ha voluto sentir ragioni: un self-made-trip senza aiuti da parte delle agenzie di viaggio.
Pianificare un itinerario in Australia è particolarmente ostico perché è una terra talmente immensa che è impossibile visitarla tutta in un mese. Girare l'Australia solo in auto richiederebbe troppo tempo poiché le distanze sono enormi e alcune zone sono praticamente disabitate. Pertanto, oltre al noleggio auto, è necessario spostarsi tra un luogo e un altro tramite voli interni soprattutto se, come noi, si hanno a disposizione solo 5 settimane.


Per raggiungere l'Australia dall'Europa sono necessarie almeno 20 ore di volo. Strategicamente abbiamo deciso di spezzare il lungo viaggio trascorrendo tre notti ad Hong Kong. Aggiungere una tappa asiatica intermedia al proprio itinerario come ad esempio Hong Kong, Singapore, Abu Dhabi o altro permette di rendere meno faticoso il volo e di conoscere un'altra realtà del mondo.

La nostra prima tappa australiana è stata la solare e frizzante  Melbourne. Complice una bellissima giornata primaverile e il fatto che fosse sabato, questa città era affollata da ragazzi esaltati da una partita di footy, il calcio australiano che qui è considerato sport nazionale.
Purtroppo abbiamo solo assaggiato l'atmosfera di Melbourne in quanto ci abbiamo soggiornato solamente una notte. 

Melbourne



Il centro città si sviluppa lungo il fiume Yarra da cui si può ammirare lo skyline di Melbourne e grazie al gratuito City Circle Tram è possibile spostarsi tra i vari punti di interesse.

Il giorno seguente abbiamo noleggiato l'auto per spostarci verso la famosa Great Ocean Road. Il percorso è stato davvero piacevole: strade poco trafficate e l'oceano alla nostra sinistra. Il primo giorno non abbiamo macinato molti chilometri, 140 per la precisione. Abbiamo pranzato a Torquay, la capitale del surf. Poco distante si trova Bells Beach, la famosa spiaggia apparsa nel film Point Break. 

Bells Beach
Qui si viene alla ricerca dell'onda perfetta e molti surfisti attraversano il globo per poter venire qui a fare surf. Viste le premesse, al nostro arrivo, non ci aspettavamo di trovare un oceano insolitamente calmo e di surfisti neanche l'ombra.
La Great Ocean Road ha la particolarità di essere una strada costiera dove il tutto appare all'ennesima potenza: dalle lunghissime spiagge alle altissime scogliere. Di fronte a tale immensa natura, soprattutto di fronte all'Oceano Antartico, la sensazione è stata quella  di sentirmi davvero piccola.
Abbiamo trascorso la notte al Lorneview B&B, un cottage vista oceano, da cui abbiamo ammirato un incredibile tramonto.


Lorne è poco mondana alla sera ma è piacevole cenare con una bistecca in un luogo un pò isolato dall'altra parte del mondo.

La nostra seconda giornata on the road è iniziata con una buonissima colazione su un terrazzino  vista oceano in compagnia di diversi kakatua che ci svolazzavano intorno.
Poco distante da Lorne abbiamo visto le Erskine Falls e il Teddy's Lookout, uno spettacolare punto panoramico.

Teddy's Lookout

Lungo la strada ci siamo fermati ad Apollo Bay di cui non ho grandi ricordi forse perché era invasa da turisti asiatici che disturbavano la quiete del luogo.
Luogo turistico ma dotato di grande fascino è invece il Cape Otway Lighthouse. Un viale alberato permette di raggiungere il faro e se presterete particolare attenzione agli alberi potrete scorgere, come è successo a noi, un koala nascosto tra i rami.

Cape Otway Lighthouse
I grandi protagonisti della Great Ocean Road sono i Twelve Apostles, ossia i Dodici Apostoli, una serie di faraglioni di pietra calcarea all'interno del parco di Port Campbell.

Twelve Apostles
In realtà ora sono otto, quattro sono stati distrutti dall'erosione ma, nonostante ciò, è davvero magnifico osservarli dal vivo per la loro maestosità.
Poco distante è possibile osservare il London Bridge o ciò che ne resta. Nel 1990 la parte centrale è crollata, fortunatamente senza mietere vittime, ma lasciando due turisti isolati sul restante faraglione ormai separato dalla terraferma e da cui sono stati recuperati grazie all'intervento dell'elicottero.

London Bridge
Arrivo a Port Campbell in serata dove abbiamo cenato nell'unico locale aperto dopo le 20. Andrea ha assaggiato il canguro anche se non ne è rimasto entusiasta. Sarà stato a causa del bambino australiano seduto vicino a noi che con sguardo severo lo ha informato che il canguro appartiene a una specie protetta?

Il terzo giorno on the road è stato per lo più una giornata di trasferimento: abbiamo percorso 700 km per raggiungere Cape Jervis da cui partono i traghetti per la splendida Kangaroo Island.
Il tragitto è stato piacevole fino a quando non abbiamo investito una volpe lungo la strada. L'Australia è selvaggia e capita spesso di incontrare animali soprattutto nelle strade poco trafficate.
Il nostro consiglio, soprattutto in questa terra, è di stipulare un'assicurazione auto contro animali selvatici. La maggior parte delle vittime sono per di più canguri e purtroppo se ne incontrano numerosi distesi sul ciglio della strada. Tenete a mente, nel caso non stipulaste un'assicurazione di questo tipo che, oltre ad avere il senso di colpa per aver ucciso un animale, vi troverete a dover pagare le spese per i danni causati all'auto perché alcuni canguri sono davvero grossi. 

Il lungo tragitto ci ha condotto al porto da cui salpano i traghetti per un'isola che ci è rimasta nel cuore: Kangaroo Island.
Il costo del traghetto è molto oneroso, non tutte le agenzie di noleggio permettono di condurre l'auto fino a qui (Hertz lo permette) e il viaggio dura circa 45 minuti. Una volta sbarcati ci si trova su una splendida isola dove ci si immerge in una natura selvaggia che pullula di animali autoctoni.
A Parndana si trova il Parndana Wildlife Park, un centro di cura per gli animali selvatici dove abbiamo avuto la possibilità di conoscere i tipici animali australiani, il koala, il wallaby e il particolare wombat.
In questo centro, dietro pagamento di una piccola somma di denaro, in particolari orari è possibile prendere in braccio un cucciolo di koala. Non ho potuto resistere alla tentazione e  l'emozione è stata davvero enorme: una palla di pelo morbida che si è avvinghiata a me come fosse un bambino e che mangiava serenamente le sue fogli di eucalipto. Una tenerezza allo stato puro.
Non lasciatevi incantare però da questi animali perché non sono particolarmente attivi. Trascorrono la maggior parte delle ore a dormire (quasi 20) per metabolizzare il loro unico cibo, le foglie di eucalipto, che sono potenzialmente tossiche per i mammiferi.


I wallaby sono dei canguri più piccoli e decisamente amichevoli. A Parndana è possibile dar loro da mangiare, il loro pelo però non è morbido come quello dei koala ma almeno loro sono decisamente più interattivi.


Le spiagge a nord dell'isola sono davvero paradisiache, mare turchese, sabbia bianca, dune e colline verde smeraldo ma soprattutto nessun turista all'orizzonte. Nel tragitto abbiamo avvistato anche un sacco di canguri che si nascondevano tra i cespugli.

Il giorno seguente sveglia presto e visita al Seal Bay per un incontro ravvicinato con i leoni marini. 


E' stato curioso osservare questi animali sonnacchiosi che passano la loro vita a pesca o stesi a dormire sulla spiaggia.
Macinando chilometri con la nostra Toyota RAV4 siamo arrivati al Flinders Chase Park, un parco situato ad ovest dell'isola dove con una passeggiata di circa 30 minuti ci siamo ritrovati in mezzo alla fauna australiana. Il luogo pullulava di koala appollaiati sugli alberi, wallaby che saltellavano indisturbati vicino a noi e una echidna, una sorta di porcospino con zampe tozze e muso lungo.
Visita all'Admiral Arch dove abbiamo incontrato di nuovo i leoni marini intenti stavolta a nuotare e a risalire poco elegantemente sugli scogli contro un oceano abbastanza furioso.
Visita alle Remarkable Rocks e all'immensa Vivonne Bay, spiaggia di sabbia bianca, mare turchese e dune di sabbia enormi.

Remarkable Rocks
Nel tardo pomeriggio abbiamo ripreso il traghetto ed abbiamo raggiunto Adelaide. Non abbiamo avuto il tempo di visitare questa città australiana perché il giorno seguente saremmo volati ad Ayers Rock. Ricordiamo però con piacere la cena al Coopers Ale House, un ristorante dall'ottima cucina.


Questa è stata la prima tappa del nostro viaggio. Per chi ama l'estate, il mare e la natura il Sud dell'Australia rappresenta un viaggio da sogno. Gli australiani sono persone socievoli, molto tranquille e gentili: non mi era mai capitato di trovarmi all'aeroporto per i controlli di sicurezza e ricevere i complimenti da parte dell'agente per la mia borsa. Ricordatevi però che, come insegna Airport Security, sono molto fiscali su cosa portare in Australia. Non può essere introdotto alcun tipo di cibo, pianta nemmeno il pacchetto di crackers che avete dimenticato nello zaino. Su questo sono davvero intransigenti.
La guida a sinistra, eredità degli inglesi, non è un grande problema perché ogni 10 metri è presente un cartello stradale che ve lo ricorda. Sicuramente nei primi giorni, quando azionerete la freccia per girare vi partiranno i tergicristalli oppure come spesso ci accadeva, invertivamo i posti in macchina ossia io mi trovavo sul sedile dell'autista e Andre in quello del passeggero.
Per quanto riguarda la cucina, l'alimentazione non è molto varia. E' prevalentemente a base di carne, è presente anche il pesce ma peccano nella frutta e nella verdura. Credo ci siano ben pochi vegetariani in Australia.
Abbiamo assaggiato anche i vini australiani e spesso al ristorante acquistavamo la bottiglia perché i calici di vino costavano parecchio. Forse siamo abituati troppo bene in Italia ma abbiamo avuto la percezione che mancasse quel qualcosa in più per renderli ottimi.


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