GIORDANIA
UNA SETTIMANA ALLA SCOPERTA DEI SUOI TESORI
La Giordania è un piccolo Stato situato in una posizione a dir poco scomoda. Confina infatti con Siria, Iraq, Arabia Saudita, Israele e Cisgiordania. Nonostante i suoi vicini un pò iracondi, la Giordania ha saputo destreggiarsi bene mantenendo i conflitti ben lontani dai suoi territori.
Attualmente è molto inflazionata soprattutto dai nostri conterranei che affollano i numerosi luoghi di interesse.
Un settimana di viaggio consente la visita alle maggiori attrattive, nulla vieta di entrare più in profondità con la cultura del luogo allungando il proprio soggiorno di qualche giorno.
Il nostro itinerario di viaggio è stato molto classico, la dimostrazione è stata che ad ogni tappa incontravamo sempre le solite persone ma in un Paese così piccolo e caratterizzato da luoghi irrinunciabili da visitare diventa difficile modificare il proprio itinerario.
Siamo atterrati all'aeroporto di Amman un venerdì sera con un volo di soli 45' da Tel Aviv dopo aver trascorso alcuni giorni in Israele. Abbiamo noleggiato un'auto e ci siamo diretti verso nord per raggiungere la città di Jerash.
Jerash è la spettacolare città romana situata a nord della Giordania, soprannominata la Pompei dell'Asia. Il sito è ben conservato, si entra dall'imponente Arco di Adriano e subito ci si imbatte nell'Ippodromo. All'ingresso è possibile ingaggiare una guida locale, abbastanza costosa ma ben preparata.
La visita richiede circa un paio d'ore e grazie alla nostra guida abbiamo fatto un tuffo nel passato nell'antica epoca romana camminando tra i resti del Cardo Massimo e attraverso il Foro, la piazza dalla particolare forma ellittica.
Una volta terminata la visita ci siamo diretti verso il Baptism Site, il sito in cui Gesù venne battezzato da Giovanni Battista.
Il sito ha molto fascino, è obbligatorio visitare il luogo tramite una guida che ha reso la visita ancor più carica di valore spirituale. Il grande fiume che divide Israele dalla Giordania si è ormai ridotto ad un fiumiciattolo largo pochi metri a causa dello sfruttamento intensivo delle sue acque per scopi agricoli.
Oltre a visitare il sito è possibile battezzarsi nelle acque del Giordano. Sulla sponda israeliana frotte di persone si immergevano come in un villaggio vacanze. Sulla sponda giordana invece l'unica persona che si è immersa è stato un anziano sudamericano che ha attraversato il globo proprio per battezzarsi nel fiume sacro.
Un altro elemento poco spirituale del luogo sono i cecchini appostati sulle sponde che controllano che nessuno superi i confini di Stato. Cosa accadrebbe se qualcuno attraversasse a nuoto il confine? "They will shot you directly to Paradise" (trad. "Ti sparano direttamente in Paradiso") fu la risposta della nostra guida a tale domanda.
A pochi chilometri dal sito battesimale si incontra il famoso Mar Morto. Noi abbiamo deciso di soggiornare all'Hilton Dead Sea Resort. Non siamo soliti dormire nei resort durante i nostri viaggi in giro per il mondo ma per godere appieno dei benefici del mar Morto è necessario soggiornare in un hotel con spiaggia privata.
É presente una spiaggia pubblica non molto frequentata dove una donna occidentale in costume da bagno non sarebbe passata di certo inosservata, soprattutto durante il periodo di Ramadan.
L'Hilton Dead Sea è una bellissima struttura con un buon buffet per la colazione e la cena, camere grandi e pulite, belle piscine e una buona spiaggia dove provare l'affascinante esperienza sul Mar Morto.
Possiamo anche noi affermare che si galleggia, la sensazione è quella di sentirsi una boa che ondeggia in acqua. L'unica accortezza è di evitare assolutamente di bagnarsi gli occhi con l'acqua salata. Per chi ha tagli il contatto dell'acqua non provoca piacevoli sensazioni.
Si possono inoltre provare i fanghi raccogliendoli direttamente in acqua o grazie a una comoda vasca situata di fianco alle docce.
I benefici del Mar Morto sono davvero notevoli: non abbiamo mai avuto la pelle così morbida dopo una giornata trascorsa al mare e il sale evaporato presente nell'aria filtra inoltre i raggi solari diminuendo il rischio di ustioni (proteggete comunque la pelle con un fattore di protezione solare).
A pochi chilometri di distanza dal Mar Morto sorge il Monte Nebo, il luogo da cui Mosè contemplò per la prima volta la Terra Promessa. Non fermatevi solo ad ammirare il panorama ma entrate nella Chiesa del Memoriale di Mosè. All'interno sono custoditi splendidi mosaici risalenti al 530 d.C.
Terminata la visita sul monte Nebo ci siamo diretti verso la tranquilla cittadina di Madaba. La città è visitata soprattutto per la presenza, all'interno della Chiesa di San Giorgio, del mosaico raffigurante la più antica cartina della Palestina tuttora esistente.
Madaba non custodisce solo questo gioiello, con una breve passeggiata si possono visitare due Parchi Archeologici custodi di affascinanti storici mosaici.
Dopo due notti trascorse sul Mar Morto ci siamo diretti con sommo dispiacere verso sud. Ci sono tre strade che portano verso Aqaba. La più sponsorizzata dalle guide turistiche è la Strada dei Re che corre lungo la spina dorsale dell'altopiano centrale della Giordania. La parte più settentrionale è davvero piacevole e scenografica da percorrere. Si guida lungo la valle del Mujib, si incontra il canyon che, purtroppo, non può reggere il paragone con il Grand Canyon statunitense.
Dopo un pò la strada risulta alquanto monotona, si attraversano polverosi paesini trafficati e caotici che non ci hanno lasciato un grande ricordo.
Dopo molti chilometri siamo giunti al castello di Kerak che non ha, in noi, riscosso molto successo.
In sé l'edificio è imponente ma l'organizzazione è alquanto carente. Nessun cartello esplicativo, nessuna guida, nessuna chiara indicazione. É davvero un peccato perché il rudere del castello ha davvero molto fascino.
Nel tardo pomeriggio siamo giunti finalmente a Petra. La scelta dell'hotel in una delle città più turistiche del pianeta non è molto facile. I prezzi sono alti e la qualità delle strutture lascia spesso a desiderare.
La nostra scelta è ricaduta sullo Sharah Mountains Hotel a Wadi Musa. Avendo un'auto al seguito la distanza di un paio di chilometri da Petra non ha creato alcun problema. Non è di certo un hotel di design ma è pulito, pratico e con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Ci sono pareri discordanti riguardo all'evento Petra by Night e una volta fatto ne capiamo i motivi.
In sé l'evento è davvero imbarazzante: mentre un beduino suona il flauto regalando non poche stonature, una moltitudine di persone accorrono all'evento. Solitamente i ritardatari vengono fatti accomodare nelle ultime file, a Petra la regola vuole che gli ultimi arrivati vengano fatti sedere davanti agli altri. Tutto ciò durante lo spettacolo dei beduini...
Questo è il lato negativo ma, se come noi, arrivate per primi all'ingresso e camminate velocemente, potreste godervi la passeggiata lungo il siq illuminato dalle innumerevoli candele e giungere davanti al Tesoro senza i flash che arriveranno una volta giunte le comitive.
L'incanto viene poi interrotto dalla moltitudine di persone che affluiscono all'interno della città antica.
Per la visita di Petra by day preparate le gambe perché il tragitto per visitare i maggiori luoghi di interesse è davvero lungo e impervio. A maggio le temperature erano già molto alte e abbiamo deciso di entrare nel sito archeologico all'alba. Alle 6 del mattino eravamo già all'interno del sito.
É davvero meraviglioso percorrere il siq quando le orde di turisti sono ancora a letto, il silenzio è totale, circondati solo dalle alte pareti in pietra. Dopo un quarto d'ora di cammino si giunge finalmente alla guest star di Petra: il Tesoro.
Le foto non rendono la magnificenza di questa parete di roccia rossa scolpita in maniera così perfetta dai nabatei vissuti ancor prima dei romani.
Lo sapete che queste opere d'arte sono state scolpite dall'alto verso il basso?
Per osservare il Tesoro da una ottima prospettiva vi consigliamo di scalare la roccia di fronte e salire su un terrazzino gestito dai beduini che per un obolo vi offrono il tè e vi permettono di riposare e scattare foto.
I beduini sono tuttora i reali abitanti del luogo. Di giorno sono ristoratori, venditori e offrono servizi di accompagnamento con asini e cavalli. Di notte sono i reali padroni di questo patrimonio storico. Mantengono il luogo pulito e credo che rispettino più di molti turisti il luogo in cui vivono.
Visitare il Monastero a Petra è una tappa imperdibile ma raggiungere il sito è davvero faticoso. Si può evitare la lunga scalinata entrando da un secondo ingresso ma vedere questa imponente opera d'arte dopo aver scalato per 40 minuti alti gradini rende il momento dell'arrivo ancor più emozionante.
Abbiamo trascorso qualche ora davanti al Monastero perché è un luogo davvero incantevole. L'abbiamo fotografato e ammirato da qualsiasi prospettiva e lasciarlo è stato davvero un dispiacere. Alcuni giungono alla vetta per scattare velocemente qualche foto e passare alla scoperta di altri siti. Per noi è stato un momento di pace e relax di fronte a una meraviglia artistica.
Le ore più difficili della giornata sono state quelle centrali perché le temperature si aggiravano intorno ai 35 gradi. Capiamo perché i beduini se ne stanno tranquilli nelle grotte a fare la siesta.
Noi impavidi abbiamo visitato le Tombe Reali dagli splendidi colori, il Teatro e il Grande Tempio.
Abbiamo concluso la nostra indimenticabile giornata a Petra attendendo che gli ultimi turisti lasciassero il sito per poter rivedere il Tesoro in solitaria. Se al mattino è fantastico, nel tardo pomeriggio i colori rendono il sito ancora più magico.
La giornata a Petra è stata magnifica nonostante le fatiche, il caldo opprimente, le mosche e la sabbia addosso. Merita appieno il titolo di una delle Sette Meraviglie del Mondo, luogo indimenticabile.
A breve distanza da Petra, sorge il Siq Al Barid noto come la Piccola Petra. All'interno del sito incontrerete la Casa Dipinta, unica dimora dei nabatei ancora affrescata.
Terminata la visita siamo partiti in direzione deserto del Wadi Rum.
Ciò che mi esaltava maggiormente del dormire nel deserto era la sistemazione che avevamo scelto: una "bubble" presso il Memories Aicha Luxury Camp.
La "bolla" non è altro che un igloo in plastica con un lato trasparente per poter vedere le stelle comodamente sdraiati sul proprio letto. Idealmente mi sembrava un sogno, dall'altro in cuor mio immaginavo che una tenda in plastica nel deserto non poteva essere davvero una brillante idea. Ma prenotare in una sera di febbraio dopo un'intensa giornata lavorativa fa fare talvolta scelte un po' azzardate.
Per raggiungere il Memories Aicha e tutti i camp all'interno del deserto del Wadi, è necessario lasciare la proprio auto nel parcheggio situato a 7 km dall'ingresso. Una volta parcheggiato si fa la conoscenza del driver che, con una jeep 4X4, vi conduce al camp.
Il nostro driver conosceva ben poche parole di inglese, competenza non necessaria per il trasferimento al camp ma che sarebbe stato utile durante l'escursione che avremmo fatto con lui nel pomeriggio.
Il nostro camp, molto scenografico, è stato utilizzato per le riprese del film Lawrence d'Arabia. Una volta accolti siamo stati condotti alla nostra famosa "bolla" nel deserto.
La temperatura esterna al nostro arrivo si aggirava intorno ai 40°, all'interno della bubble almeno 5 gradi in più. Aprendo la porta abbiamo avuto la stessa sensazione di quando si controlla la cottura delle lasagne nel forno, siamo stati travolti da una ventata bollente inimmaginabile. Fortunatamente la nostra camera aveva in dotazione un condizionatore che è stato immediatamente acceso al massimo. Anche l'odore della stanza non prometteva bene: un tanfo di plastica fusa aleggiava tra noi. Una volta entrata sono corsa verso la parete di plastica trasparente che proprio trasparente non era a causa della sabbia e a qualche macchia di ruggine nel lato esterno della plastica.
Un pò delusi, siamo andati a mangiare al ristorante in attesa che all'interno della bubble la temperatura scendesse a un livello di normalità.
Al nostro ritorno dopo un'ora di assenza il condizionatore non era, ovviamente, stato in grado di raffreddare la camera. Visto il costo esorbitante della sistemazione ci siamo sentiti in dovere di recarci alla reception per lamentarci della situazione.
L'addetto si è mostrato molto comprensivo e, ben cosciente delle elevate temperature, senza battere ciglio ci ha spostato in una confortevole tenda luxury, più spaziosa, più profumata e soprattutto più fresca.
Attualmente sono state costruite bubbles in vetro decisamente più confortevoli rispetto a quelle in plastica , le quali penso siano state dismesse.
Una volta risolta la questione "camera" siamo partiti insieme al nostro driver alla scoperta del deserto del Wadi Rum.
La nostra prima tappa è stata alla sorgente di Lawrence d'Arabia. Il nostro autista conosceva ben poche parole di inglese. Una volta parcheggiato l'auto si è limitato a indicarci un punto non ben precisato in cima a una collina mostrandoci una sorta di sentiero da imboccare che di sentiero aveva ben poco.
Dopo un quarto d'ora di scalata tra sassi e sabbia a un temperatura di 40 gradi siamo giunti alla pozza di Lawrence d'Arabia. Capiamo che per l'agente segreto degli anni '20 fosse una magia trovare una sorgente d'acqua nel deserto ma per noi un po' meno.
Abbiamo quindi iniziato la discesa verso la base lamentandoci delle inutile fatiche fatte e imprecando contro il nostro driver che ovviamente non ci aveva avvisato dell'impervio percorso. Fatale fu un passo falso che mi fece cadere facendomi schiantare contro una roccia e che mi ha provocato un'ematoma sulla coscia e un bernoccolo in testa.
Una volta raggiunta l'auto abbiamo "animatamente ripreso" il nostro driver per non averci informato della difficoltà del percorso ( e come avrebbe potuto spiegarcelo conoscendo due parole in inglese?!?!). Non avrà capito il discorso ma avrà sicuramente inteso la nostra arrabbiatura.
Seconda tappa: sand dune. Scalare una duna di sabbia è molto più sicuro di una montagna di rocce e sabbia.
La nostra escursione nel deserto è proseguita verso il ponte di roccia di Burdah, un ponte naturale alto 80 m. Folle di turisti salivano sulla cima per farsi fotografare, noi abbiamo preferito ammirarlo dal basso. La natura farà il suo corso, un giorno il ponte crollerà e volevamo evitare che accadesse proprio durante la nostra visita.
Dopodiché abbiamo raggiunto il Siq Khazali, uno stretto canyon al cui interno sono presenti incisioni rupestri delle antiche popolazioni locali.
Giunta l'ora del tramonto il nostro autista ci ha accompagnato su un'altura da cui era possibile ammirare il panorama. Da qui abbiamo assistito al calar del sole sulle rocce che acquistavano ogni sfumatura di rosso in un silenzio meraviglioso.
Tornati al Memories Aicha abbiamo mangiato un ottimo piatto di carne presso l'hotel. Finita la cena, abbiamo partecipato a un escursione condotta da un appassionato di astronomia e fotografia. Con una passeggiata di venti minuti ci siamo allontanati dal campo e ci siamo ritrovati nel buio del deserto e al di sopra di noi un'infinità di stelle.
Seduti su una duna di sabbia la guida ci ha mostrato le varie costellazioni e come trovarle, oltre a spiegarci alcune tecniche fotografiche.
Al mattino sveglia all'alba per la nostra escursione nel deserto sul cammello. Ciò che mi ha colpito maggiormente oltre al paesaggio è stato il silenzio: davvero una magica esperienza.
Ovviamente in mezzo al deserto non c'è connessione wi-fi, i telefoni non prendono e ci sente davvero lontani dal mondo.
Dopo una notte trascorsa nel deserto abbiamo lasciato il camp e ci siamo diretti verso Aqaba. Qui sazi di questo viaggio che ci aveva permesso di visitare così tanti luoghi spettacolari ci siamo rilassati una notte presso un meraviglioso hotel: Al Manara Luxury Hotel.
Di Aqaba non possiamo recensire nulla perché non abbiamo avuto il desiderio di visitarla ma abbiamo sfruttato appieno tutte le facilities del nostro albergo. Dopo due settimane di viaggi on the road (Israele e Giordania) avevamo proprio bisogno di relax.
La strada più piacevole per tornare da Aqaba verso Amman è secondo il nostro parere quella che costeggia il Mar Morto. All'inizio ci si ritrova in una lunga striscia di asfalto in mezzo al deserto costellato da splendide dune. Dopo si costeggia l'azzurrissimo Mar Morto.
L'ultima notte del nostro viaggio l'abbiamo trascorsa ad Amman che, vista superficialmente, non ci ha lasciato una buona impressione.
Merita sicuramente la visita alla Cittadella, un parco archeologico che conserva resti romani, bizantini e islamici.
É stato un viaggio intenso, da affrontare senza problemi in auto nonostante qualche carenza nelle indicazioni stradali. Ci siamo sentiti sicuri durante gli spostamenti a parte lo spiacevole incontro con un gruppo di ragazzi che si divertivano a lanciare sassi alle auto in corsa.
A parte questo, il popolo giordano è molto gentile e si sta impegnando per favorire il turismo.
La Giordania ha un patrimonio storico e naturale davvero inestimabile, è un piccolo gioiello che ha come pietra più preziosa Petra.
Siamo atterrati all'aeroporto di Amman un venerdì sera con un volo di soli 45' da Tel Aviv dopo aver trascorso alcuni giorni in Israele. Abbiamo noleggiato un'auto e ci siamo diretti verso nord per raggiungere la città di Jerash.
Jerash è la spettacolare città romana situata a nord della Giordania, soprannominata la Pompei dell'Asia. Il sito è ben conservato, si entra dall'imponente Arco di Adriano e subito ci si imbatte nell'Ippodromo. All'ingresso è possibile ingaggiare una guida locale, abbastanza costosa ma ben preparata.
La visita richiede circa un paio d'ore e grazie alla nostra guida abbiamo fatto un tuffo nel passato nell'antica epoca romana camminando tra i resti del Cardo Massimo e attraverso il Foro, la piazza dalla particolare forma ellittica.
Una volta terminata la visita ci siamo diretti verso il Baptism Site, il sito in cui Gesù venne battezzato da Giovanni Battista.
Il sito ha molto fascino, è obbligatorio visitare il luogo tramite una guida che ha reso la visita ancor più carica di valore spirituale. Il grande fiume che divide Israele dalla Giordania si è ormai ridotto ad un fiumiciattolo largo pochi metri a causa dello sfruttamento intensivo delle sue acque per scopi agricoli.
Oltre a visitare il sito è possibile battezzarsi nelle acque del Giordano. Sulla sponda israeliana frotte di persone si immergevano come in un villaggio vacanze. Sulla sponda giordana invece l'unica persona che si è immersa è stato un anziano sudamericano che ha attraversato il globo proprio per battezzarsi nel fiume sacro.
Un altro elemento poco spirituale del luogo sono i cecchini appostati sulle sponde che controllano che nessuno superi i confini di Stato. Cosa accadrebbe se qualcuno attraversasse a nuoto il confine? "They will shot you directly to Paradise" (trad. "Ti sparano direttamente in Paradiso") fu la risposta della nostra guida a tale domanda.
A pochi chilometri dal sito battesimale si incontra il famoso Mar Morto. Noi abbiamo deciso di soggiornare all'Hilton Dead Sea Resort. Non siamo soliti dormire nei resort durante i nostri viaggi in giro per il mondo ma per godere appieno dei benefici del mar Morto è necessario soggiornare in un hotel con spiaggia privata.
É presente una spiaggia pubblica non molto frequentata dove una donna occidentale in costume da bagno non sarebbe passata di certo inosservata, soprattutto durante il periodo di Ramadan.
L'Hilton Dead Sea è una bellissima struttura con un buon buffet per la colazione e la cena, camere grandi e pulite, belle piscine e una buona spiaggia dove provare l'affascinante esperienza sul Mar Morto.
Possiamo anche noi affermare che si galleggia, la sensazione è quella di sentirsi una boa che ondeggia in acqua. L'unica accortezza è di evitare assolutamente di bagnarsi gli occhi con l'acqua salata. Per chi ha tagli il contatto dell'acqua non provoca piacevoli sensazioni.
Si possono inoltre provare i fanghi raccogliendoli direttamente in acqua o grazie a una comoda vasca situata di fianco alle docce.
I benefici del Mar Morto sono davvero notevoli: non abbiamo mai avuto la pelle così morbida dopo una giornata trascorsa al mare e il sale evaporato presente nell'aria filtra inoltre i raggi solari diminuendo il rischio di ustioni (proteggete comunque la pelle con un fattore di protezione solare).
Monte Nebo |
A pochi chilometri di distanza dal Mar Morto sorge il Monte Nebo, il luogo da cui Mosè contemplò per la prima volta la Terra Promessa. Non fermatevi solo ad ammirare il panorama ma entrate nella Chiesa del Memoriale di Mosè. All'interno sono custoditi splendidi mosaici risalenti al 530 d.C.
Terminata la visita sul monte Nebo ci siamo diretti verso la tranquilla cittadina di Madaba. La città è visitata soprattutto per la presenza, all'interno della Chiesa di San Giorgio, del mosaico raffigurante la più antica cartina della Palestina tuttora esistente.
Chiesa di San Giorgio |
Madaba non custodisce solo questo gioiello, con una breve passeggiata si possono visitare due Parchi Archeologici custodi di affascinanti storici mosaici.
Dopo due notti trascorse sul Mar Morto ci siamo diretti con sommo dispiacere verso sud. Ci sono tre strade che portano verso Aqaba. La più sponsorizzata dalle guide turistiche è la Strada dei Re che corre lungo la spina dorsale dell'altopiano centrale della Giordania. La parte più settentrionale è davvero piacevole e scenografica da percorrere. Si guida lungo la valle del Mujib, si incontra il canyon che, purtroppo, non può reggere il paragone con il Grand Canyon statunitense.
Dopo un pò la strada risulta alquanto monotona, si attraversano polverosi paesini trafficati e caotici che non ci hanno lasciato un grande ricordo.
Dopo molti chilometri siamo giunti al castello di Kerak che non ha, in noi, riscosso molto successo.
In sé l'edificio è imponente ma l'organizzazione è alquanto carente. Nessun cartello esplicativo, nessuna guida, nessuna chiara indicazione. É davvero un peccato perché il rudere del castello ha davvero molto fascino.
Nel tardo pomeriggio siamo giunti finalmente a Petra. La scelta dell'hotel in una delle città più turistiche del pianeta non è molto facile. I prezzi sono alti e la qualità delle strutture lascia spesso a desiderare.
La nostra scelta è ricaduta sullo Sharah Mountains Hotel a Wadi Musa. Avendo un'auto al seguito la distanza di un paio di chilometri da Petra non ha creato alcun problema. Non è di certo un hotel di design ma è pulito, pratico e con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Petra by night |
Ci sono pareri discordanti riguardo all'evento Petra by Night e una volta fatto ne capiamo i motivi.
In sé l'evento è davvero imbarazzante: mentre un beduino suona il flauto regalando non poche stonature, una moltitudine di persone accorrono all'evento. Solitamente i ritardatari vengono fatti accomodare nelle ultime file, a Petra la regola vuole che gli ultimi arrivati vengano fatti sedere davanti agli altri. Tutto ciò durante lo spettacolo dei beduini...
Questo è il lato negativo ma, se come noi, arrivate per primi all'ingresso e camminate velocemente, potreste godervi la passeggiata lungo il siq illuminato dalle innumerevoli candele e giungere davanti al Tesoro senza i flash che arriveranno una volta giunte le comitive.
L'incanto viene poi interrotto dalla moltitudine di persone che affluiscono all'interno della città antica.
Petra by night |
Per la visita di Petra by day preparate le gambe perché il tragitto per visitare i maggiori luoghi di interesse è davvero lungo e impervio. A maggio le temperature erano già molto alte e abbiamo deciso di entrare nel sito archeologico all'alba. Alle 6 del mattino eravamo già all'interno del sito.
É davvero meraviglioso percorrere il siq quando le orde di turisti sono ancora a letto, il silenzio è totale, circondati solo dalle alte pareti in pietra. Dopo un quarto d'ora di cammino si giunge finalmente alla guest star di Petra: il Tesoro.
Il Tesoro |
Le foto non rendono la magnificenza di questa parete di roccia rossa scolpita in maniera così perfetta dai nabatei vissuti ancor prima dei romani.
Lo sapete che queste opere d'arte sono state scolpite dall'alto verso il basso?
Per osservare il Tesoro da una ottima prospettiva vi consigliamo di scalare la roccia di fronte e salire su un terrazzino gestito dai beduini che per un obolo vi offrono il tè e vi permettono di riposare e scattare foto.
I beduini sono tuttora i reali abitanti del luogo. Di giorno sono ristoratori, venditori e offrono servizi di accompagnamento con asini e cavalli. Di notte sono i reali padroni di questo patrimonio storico. Mantengono il luogo pulito e credo che rispettino più di molti turisti il luogo in cui vivono.
Il Monastero |
Visitare il Monastero a Petra è una tappa imperdibile ma raggiungere il sito è davvero faticoso. Si può evitare la lunga scalinata entrando da un secondo ingresso ma vedere questa imponente opera d'arte dopo aver scalato per 40 minuti alti gradini rende il momento dell'arrivo ancor più emozionante.
Abbiamo trascorso qualche ora davanti al Monastero perché è un luogo davvero incantevole. L'abbiamo fotografato e ammirato da qualsiasi prospettiva e lasciarlo è stato davvero un dispiacere. Alcuni giungono alla vetta per scattare velocemente qualche foto e passare alla scoperta di altri siti. Per noi è stato un momento di pace e relax di fronte a una meraviglia artistica.
Le ore più difficili della giornata sono state quelle centrali perché le temperature si aggiravano intorno ai 35 gradi. Capiamo perché i beduini se ne stanno tranquilli nelle grotte a fare la siesta.
Noi impavidi abbiamo visitato le Tombe Reali dagli splendidi colori, il Teatro e il Grande Tempio.
Abbiamo concluso la nostra indimenticabile giornata a Petra attendendo che gli ultimi turisti lasciassero il sito per poter rivedere il Tesoro in solitaria. Se al mattino è fantastico, nel tardo pomeriggio i colori rendono il sito ancora più magico.
La giornata a Petra è stata magnifica nonostante le fatiche, il caldo opprimente, le mosche e la sabbia addosso. Merita appieno il titolo di una delle Sette Meraviglie del Mondo, luogo indimenticabile.
A breve distanza da Petra, sorge il Siq Al Barid noto come la Piccola Petra. All'interno del sito incontrerete la Casa Dipinta, unica dimora dei nabatei ancora affrescata.
La casa dipinta |
Terminata la visita siamo partiti in direzione deserto del Wadi Rum.
Wadi Rum |
Ciò che mi esaltava maggiormente del dormire nel deserto era la sistemazione che avevamo scelto: una "bubble" presso il Memories Aicha Luxury Camp.
La "bolla" non è altro che un igloo in plastica con un lato trasparente per poter vedere le stelle comodamente sdraiati sul proprio letto. Idealmente mi sembrava un sogno, dall'altro in cuor mio immaginavo che una tenda in plastica nel deserto non poteva essere davvero una brillante idea. Ma prenotare in una sera di febbraio dopo un'intensa giornata lavorativa fa fare talvolta scelte un po' azzardate.
Per raggiungere il Memories Aicha e tutti i camp all'interno del deserto del Wadi, è necessario lasciare la proprio auto nel parcheggio situato a 7 km dall'ingresso. Una volta parcheggiato si fa la conoscenza del driver che, con una jeep 4X4, vi conduce al camp.
Il nostro driver conosceva ben poche parole di inglese, competenza non necessaria per il trasferimento al camp ma che sarebbe stato utile durante l'escursione che avremmo fatto con lui nel pomeriggio.
Il nostro camp, molto scenografico, è stato utilizzato per le riprese del film Lawrence d'Arabia. Una volta accolti siamo stati condotti alla nostra famosa "bolla" nel deserto.
La temperatura esterna al nostro arrivo si aggirava intorno ai 40°, all'interno della bubble almeno 5 gradi in più. Aprendo la porta abbiamo avuto la stessa sensazione di quando si controlla la cottura delle lasagne nel forno, siamo stati travolti da una ventata bollente inimmaginabile. Fortunatamente la nostra camera aveva in dotazione un condizionatore che è stato immediatamente acceso al massimo. Anche l'odore della stanza non prometteva bene: un tanfo di plastica fusa aleggiava tra noi. Una volta entrata sono corsa verso la parete di plastica trasparente che proprio trasparente non era a causa della sabbia e a qualche macchia di ruggine nel lato esterno della plastica.
Un pò delusi, siamo andati a mangiare al ristorante in attesa che all'interno della bubble la temperatura scendesse a un livello di normalità.
Al nostro ritorno dopo un'ora di assenza il condizionatore non era, ovviamente, stato in grado di raffreddare la camera. Visto il costo esorbitante della sistemazione ci siamo sentiti in dovere di recarci alla reception per lamentarci della situazione.
L'addetto si è mostrato molto comprensivo e, ben cosciente delle elevate temperature, senza battere ciglio ci ha spostato in una confortevole tenda luxury, più spaziosa, più profumata e soprattutto più fresca.
Memories Aicha |
Attualmente sono state costruite bubbles in vetro decisamente più confortevoli rispetto a quelle in plastica , le quali penso siano state dismesse.
Una volta risolta la questione "camera" siamo partiti insieme al nostro driver alla scoperta del deserto del Wadi Rum.
La nostra prima tappa è stata alla sorgente di Lawrence d'Arabia. Il nostro autista conosceva ben poche parole di inglese. Una volta parcheggiato l'auto si è limitato a indicarci un punto non ben precisato in cima a una collina mostrandoci una sorta di sentiero da imboccare che di sentiero aveva ben poco.
Dopo un quarto d'ora di scalata tra sassi e sabbia a un temperatura di 40 gradi siamo giunti alla pozza di Lawrence d'Arabia. Capiamo che per l'agente segreto degli anni '20 fosse una magia trovare una sorgente d'acqua nel deserto ma per noi un po' meno.
Abbiamo quindi iniziato la discesa verso la base lamentandoci delle inutile fatiche fatte e imprecando contro il nostro driver che ovviamente non ci aveva avvisato dell'impervio percorso. Fatale fu un passo falso che mi fece cadere facendomi schiantare contro una roccia e che mi ha provocato un'ematoma sulla coscia e un bernoccolo in testa.
Sorgente di Lawrence |
Una volta raggiunta l'auto abbiamo "animatamente ripreso" il nostro driver per non averci informato della difficoltà del percorso ( e come avrebbe potuto spiegarcelo conoscendo due parole in inglese?!?!). Non avrà capito il discorso ma avrà sicuramente inteso la nostra arrabbiatura.
Seconda tappa: sand dune. Scalare una duna di sabbia è molto più sicuro di una montagna di rocce e sabbia.
La nostra escursione nel deserto è proseguita verso il ponte di roccia di Burdah, un ponte naturale alto 80 m. Folle di turisti salivano sulla cima per farsi fotografare, noi abbiamo preferito ammirarlo dal basso. La natura farà il suo corso, un giorno il ponte crollerà e volevamo evitare che accadesse proprio durante la nostra visita.
Dopodiché abbiamo raggiunto il Siq Khazali, uno stretto canyon al cui interno sono presenti incisioni rupestri delle antiche popolazioni locali.
Giunta l'ora del tramonto il nostro autista ci ha accompagnato su un'altura da cui era possibile ammirare il panorama. Da qui abbiamo assistito al calar del sole sulle rocce che acquistavano ogni sfumatura di rosso in un silenzio meraviglioso.
Tornati al Memories Aicha abbiamo mangiato un ottimo piatto di carne presso l'hotel. Finita la cena, abbiamo partecipato a un escursione condotta da un appassionato di astronomia e fotografia. Con una passeggiata di venti minuti ci siamo allontanati dal campo e ci siamo ritrovati nel buio del deserto e al di sopra di noi un'infinità di stelle.
Seduti su una duna di sabbia la guida ci ha mostrato le varie costellazioni e come trovarle, oltre a spiegarci alcune tecniche fotografiche.
Al mattino sveglia all'alba per la nostra escursione nel deserto sul cammello. Ciò che mi ha colpito maggiormente oltre al paesaggio è stato il silenzio: davvero una magica esperienza.
Ovviamente in mezzo al deserto non c'è connessione wi-fi, i telefoni non prendono e ci sente davvero lontani dal mondo.
Dopo una notte trascorsa nel deserto abbiamo lasciato il camp e ci siamo diretti verso Aqaba. Qui sazi di questo viaggio che ci aveva permesso di visitare così tanti luoghi spettacolari ci siamo rilassati una notte presso un meraviglioso hotel: Al Manara Luxury Hotel.
Di Aqaba non possiamo recensire nulla perché non abbiamo avuto il desiderio di visitarla ma abbiamo sfruttato appieno tutte le facilities del nostro albergo. Dopo due settimane di viaggi on the road (Israele e Giordania) avevamo proprio bisogno di relax.
La strada più piacevole per tornare da Aqaba verso Amman è secondo il nostro parere quella che costeggia il Mar Morto. All'inizio ci si ritrova in una lunga striscia di asfalto in mezzo al deserto costellato da splendide dune. Dopo si costeggia l'azzurrissimo Mar Morto.
L'ultima notte del nostro viaggio l'abbiamo trascorsa ad Amman che, vista superficialmente, non ci ha lasciato una buona impressione.
Merita sicuramente la visita alla Cittadella, un parco archeologico che conserva resti romani, bizantini e islamici.
Cittadella |
É stato un viaggio intenso, da affrontare senza problemi in auto nonostante qualche carenza nelle indicazioni stradali. Ci siamo sentiti sicuri durante gli spostamenti a parte lo spiacevole incontro con un gruppo di ragazzi che si divertivano a lanciare sassi alle auto in corsa.
A parte questo, il popolo giordano è molto gentile e si sta impegnando per favorire il turismo.
La Giordania ha un patrimonio storico e naturale davvero inestimabile, è un piccolo gioiello che ha come pietra più preziosa Petra.