sabato 13 ottobre 2018

AUSTRALIA 2°PARTE

THE GREAT AUSTRALIA

Ayers Rock 

2° parte




Uluru (Ayers Rock in inglese) è il più grande massiccio roccioso dell'outback australiano. E' situato nel cuore dell'Australia a 450 km dalla città più vicina, Alice Springs e a quasi 2000 km dal capoluogo Darwin. In pratica è isolato dal resto del mondo.
Uluru, insieme a Kata Tjuta e il monte Conner,  forma un unico immenso monolite in parte sommerso nella sabbia. Famoso per la sua celebre colorazione rossa, a seconda della luce acquista sfumature di ocra, oro e bronzo.
Per le popolazioni aborigene il luogo è considerato sacro ed è naturale visto che si trova in mezzo al nulla circondato da chilometri di bush (la boscaglia infinita australiana).
Questa è l'introduzione necessaria per descrivere ciò che rappresenta in realtà oggi: una grande attrazione turistica. 
Se come noi, avete a disposizione pochi giorni, il consiglio è quello di atterrare direttamente all'aeroporto di Ayers Rock, anzichè ad Alice Spring che dista oltre 4h di auto.
Naturalmente nella zona sono presenti pochissimi hotel, dal prezzo esorbitante e dalla scarsa qualità. Le agenzie locali inoltre organizzano decine di escursioni di ogni tipo e a peso d'oro: tenteranno di vendervi di tutto, addirittura la visione dell'alba e del tramonto.
Infatti ci era stato proposto il "wine sunset" che consisteva nell'accompagnarci in un punto panoramico, offrirci un bicchiere di vino e dei crackers alla modica cifra di 55$ australiani a testa.
Ritengo che ci siano ancora spettacoli della natura che è possibile osservare gratuitamente tra cui l'alba e il tramonto a Uluru. Se siete dotati di un automobile, è possibile recarsi autonomamente in un viewpoint possibilmente non affollato e osservare il sorgere o il calare del sole. Nel nostro caso, prima del tramonto, siamo passati al market e abbiamo acquistato una bottiglia di vino e degli stuzzichini e ci siamo goduti il momento senza agenzie lucrative.


Del nostro hotel, il Pioneer Lodge, dalla scarsa pulizia e la poca attenzione nei confronti del cliente, voglio però salvarne il ristorante alternativo. Infatti è possibile acquistare la carne a un banco e cucinarsela a proprio gusto sul barbecue a disposizione del cliente. Bisogna però prestare attenzione a ciò che si cucina perché  gli insetti (e in Australia sono enormi!) popolano questa terra e vi potrebbe capitare che vi cadano direttamente sulla griglia o nel piatto.

A tal proposito, possiamo definire gli insetti i veri protagonisti di questo territorio, soprattutto se andrete a settembre. Durante le ore più calde un esercito di moschini non vi darà pace, cercando di infilarsi in ogni vostro pertugio in vista in cerca di zone umide quali naso, bocca, occhi e orecchie.
Sono in vendita dei cappelli dotati di retina che proteggono il volto. Alla vista del primo asiatico con indosso questo particolare cappello abbiamo pensato che fosse la solita bizzarria asiatica.
Dopo aver provato con mano l'aggressività di questi insetti insensibili a qualsiasi repellente chimico ci siamo arresi nostro malgrado ad acquistare le retine.



Se qualcuno si domandasse se valga davvero la pena destinare una parte del viaggio a Uluru descrivo il mio pensiero: il luogo è magico, soprattutto se goduto nel silenzio del bush ed è davvero incredibile vedere come il monolite cambia colore all'alba e al tramonto.
Se non avete fretta, attendete appena dopo il tramonto, quando tutti i turisti se ne saranno andati e godetevi il silenzio di uno dei luoghi più magici del mondo mentre le stelle inizieranno a popolare il cielo e la sagoma di Uluru vi regalerà le ultime sfumature prima di sparire nel buio della notte.
Tuttavia questo è principalmente un luogo sacro per gli aborigeni. Questa popolazione è quasi scomparsa dall'Australia, talvolta troverete degli autoctoni per strada palesemente non integrati nella società; molti sono alcolizzati e vivono in condizioni pessime. Chi si è integrato spesso organizza  spettacoli ad hoc per il  turista un pò artificiali. Tutto ciò mostra quanto la colonizzazione australiana abbia provocato seri danni alla popolazione autoctona per ciò che ne resta.
In quanto turisti possiamo almeno rispettare la richiesta che è stata fatta dagli aborigeni ed è di non scalare Uluru, la loro montagna sacra. Credo che sia doveroso rispettare tale desiderio.








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