domenica 17 giugno 2018

VIAGGIO A CUBA

IL FASCINO DECADENTE DI CUBA

- UN SET CINEMATOGRAFICO A CIELO APERTO -


El capitolio Havana


Cuba è un'isola che racchiude un fascino molto speciale, un piccolo territorio che si è reso nemico di un colosso come gli Stati Uniti e che, a causa di ciò, si è ritrovato isolato per quasi 60 anni, congelato nel tempo agli anni 50.
Non ho mai avuto una cotta adolescenziale per Che Guevara né una grande simpatia per Fidel ma non posso negare che entrambi  siano stati grandi protagonisti della storia del Novecento.
Pertanto visitare quest'isola ha un grande valore storico soprattutto se si ha la possibilità di chiacchierare con la gente del luogo per capire il loro pensiero.

Cuba ha inoltre  un mare splendido e credo sia il desiderio di molti ritrovarsi a dicembre su una spiaggia caraibica con un mojito in mano. Sogno che noi abbiamo realizzato solo per alcuni giorni nell'indimenticabile Melìa di Cayo Coco dopo aver trascorso la prima parte del nostro viaggio a L'Avana, Vinales e Trinidad in un itinerario della durata di 10 giorni.



A Cuba è difficile noleggiare l'auto a meno che non vi intendiate di meccanica e sappiate aggiustarla in caso di guasto. Le auto sono vecchie, l'assistenza non è delle migliori, le strade sono dissestate e, come se non bastasse, potreste ritrovarvi una vacca che attraversa beatamente la strada che state percorrendo.  Pertanto, forse un pò troppo timorosi, ci siamo affidati ad una agenzia locale che ci offriva un auto con l'autista.
I cubani non me ne vogliano ma il motto della vacanza è stato: "Come farsi fregare il meno possibile".
L'agenzia da noi contattata come regalo di benvenuto non ci ha fatto trovare nessuno all'aeroporto al nostro arrivo. Dopo 10 ore di viaggio vi assicuro che non è per niente piacevole soprattutto quando un'orda di tassisti abusivi e non continuano a proporti i loro servizi.
Fortunatamente un gentile cubano ha contattato al telefono il nostro driver che ha iniziato ad addurre motivazioni poco credibili riguardo il mancato incontro, pertanto abbiamo optato per il Piano B.
Sfiancati dall'eterna attesa abbiamo ceduto a un tassista che ci ha condotti in hotel scoprendo che il prezzo della tratta era di molto inferiore rispetto alla tariffa della nostra agenzia. Pertanto vista la poca affidabilità e non avendo dato nessuna caparra, abbiamo deciso di disdire il driver e ci siamo affidati ad altri mezzi di trasporto per iniziare il nostro tour on the road. (Mai decisione fu più fortunata).

L'AVANA


Come sistemazione a L'Avana abbiamo optato  per una camera presso Hostal Casavana, situato in un grattacielo piuttosto decadente. La vista dei citofoni che sembravano appartenere a un edifico dismesso mi aveva fatto temere il peggio ma in realtà gli appartamenti erano tutto sommato carini.
Al nostro arrivo ci è stato offerto un mojto, il primo di una lunga serie. Questa volta per una serie di eventi non prevedibili il team della vacanza  era formato da me, mio marito e un amico.. astemio ...
Lo specifico perché sentir ordinare un Virgin Mojito nella patria del rum e vedere la  faccia perplessa dei cubani non ha prezzo. Ernest Hemingway si sarà rivoltato nella tomba.

Dopo poche ore dal nostro arrivo ecco la seconda "disavventura".  D'altronde l'abito a volte fa il monaco: tre facce pulite, due reflex in bella vista e l'aria da milanesi a caccia di guai. Appena usciti dall'hotel ecco spuntare una coppia di cubani che con la scusa di farci vedere un quartiere carino ci ha condotto in una via semi deserta. Non so perché li avessimo seguiti neanche fossimo Alice che insegue il Bianconiglio, ma così è stato. Giunti nella via ho pensato: "Ecco, saluta la tua reflex". E invece no, in realtà il locale da loro consigliato esisteva davvero ma poco elegantemente hanno preteso di farsi offrire  un cocktail. Non contenti, con la scusa della povertà e della mancata possibilità di comprare il latte al loro bambino, abbiamo lasciato loro anche un obolo.
Non so quanto la loro storia strappalacrime fosse vera. In teoria il governo cubano dovrebbe fornire gratuitamente un litro di latte al giorno  ai bambini da zero a 7 anni ma stanchi dal viaggio e forse anche legati dal senso di colpa di essere turisti liberi di girare il mondo in un paese dove la libertà è un concetto ancora molto lontano abbiamo ceduto al ricatto psicologico.

Habana Vieja è l'anima di Cuba. Costellata da edifici storici dal fascino decadente,  questo quartiere  permette di fare un salto indietro nel tempo in cui auto d'epoca dai colori sgargianti girano per la città con musica a tutto volume e solo l'impianto stereo di ultima generazione ti ricorda di essere in realtà nel nuovo Millennio.



L'obiettivo della macchina fotografica era sempre indirizzato su qualcosa e soprattutto su qualcuno. I cubani sono fotogenici, non ci sono dubbi e siccome molti di loro trascorrono le giornate a rilassarsi per le strade sono soggetti ideali per gli amanti della street photography.







Alcune persone sono davvero particolari e se vi risulteranno familiari è perché compaiono in molti profili instagram. Credo che oramai abbiano fatto della messa in posa una professione. Spesso con il sigaro in mano, queste persone incarnano il classico soggetto cubano. Chiaramente alcuni di loro vorranno una mancia in cambio ed è per questo che solitamente preferisco allontanarmi dalle strade principali e fotografare soggetti più .. genuini.
In Habana Vieja ricordatevi di fare un salto alla Bodeguita del Medio, il locale preferito da Ernest Hemingway dove potrete degustare un ottimo mojito. Chiaramente è un luogo turistico frequentato da stranieri ma spesso qualche band suona musica dal vivo e il clima è davvero piacevole.

"My mojito in La Bodeguita, My daiquiri in El Floridita"

Ernest Hemingway

Bodeguita del Medio

Dopo aver visitato il centro ci siamo diretti verso Plaza de La Revolution, nel quartiere Vedado. Questa enorme piazza è il cuore del governo cubano nonchè il luogo dove si tengono i comizi politici. Ciò che la rende famosa è il gigantesco murales raffigurante Che Guevara sotto il quale campeggia la scritta "Hasta la victoria siempre".

Plaza de La Revolution


Per goderci il tramonto ci siamo recati al Malecòn, il famoso lungomare della capitale cubana. Simbolo dei nostalgici che guardando l'orizzonte sognano la Florida, quando il mare è in tempesta e tira un forte vento l'atmosfera è molto suggestiva.

Malecón

Per la serata abbiamo cenato al Melià per assistere a uno spettacolo dedicato ai Buena Vista Social Club, serata di buona musica con ottimi ballerini.



Dopo due giorni all'Havana ci siamo diretti verso Vinales. Non avendo più un driver a cui fare riferimento, la signora del nostro appartamento di Casavana ci aveva consigliato un transfer che, a suo dire, per soli 20 cuc (20$) ci avrebbe portato a Vinales in circa due ore con un van dotato di tutti i confort.
Due sono le cose: o noi capiamo poco bene l'inglese (che potrebbe essere vero anche se eravamo in tre ad ascoltare) o i suoi parametri nel descrivere i confort non sono proprio paragonabili ai nostri.
Al momento della partenza giunge di fronte all'hotel un burbero omone dotato di addome prominente e con indosso una canotta bianca che guidava un furgone del 1915-18 dagli interni fatiscenti e da un motore non fresco di revisione.
Il contachilometri era guasto, ovviamente impensabile l'aria condizionata quindi finestrini aperti in autostrada. Le ore effettive di viaggio sono state davvero 2, o poco più, peccato per le altre due ore ferme in mezzo al nulla in attesa di due coppie recuperate in mezzo all'autopista (la nostra autostrada).
Alla fine abbiamo trascorso quasi un intera giornata in auto ma almeno siamo arrivati vivi a destinazione vista la guida sportiva e distratta del nostro autista.

VINALES


Vinales è un piccolo villaggio situato a nord di Cuba famoso per le piantagioni di caffè e tabacco. Non ci sono alberghi ma solo casas particulares che corrispondono ai  nostri bed and breakfast.
Abbiamo dormito a Villa Caricia dove per cena la signora ha cucinato un'ottima aragosta. Le camere sono ovviamente molto spartane ma estremamente pulite.
Il giorno seguente abbiamo esplorato il parco naturale di Vinales in sella ad un cavallo. Non essendo un'amazzone quattro ore a cavallo sono state impegnative soprattutto vista la temperatura costante che si aggirava intorno ai 30 gradi.
La nostra guida Raul ci ha condotto nelle piantagioni di caffè e di tabacco. Ad ogni tappa ci raccontava le caratteristiche del luogo oltre che farci bere qualcosa a base rigorosamente di rum. Pertanto per l'ora di pranzo avevo già all'attivo 3 mojito e un cocktail buonissimo a base di miele e rum. Indovinate un pò come si chiamava il mio cavallo? Mojito naturalmente.




Dopo l'intensa mattinata abbiamo pranzato al ristorante Mirador costituito da 3 terrazze da cui si godeva una vista eccezionale sui mogotes, ossia le alture rocciose tipiche della zona ricoperte dalla vegetazione tropicale.

Per tornare a casa mio marito ha pensato bene di chiedere un passaggio ad un camioncino che ci ha fatto salire sopra il rimorchio. Oltre a noi era presente una coppia cubana con bambino al seguito.  Quando le leggi sulla sicurezza stradale diventano un optional.






Le strade di Vinales sono un autentico set fotografico e non avrei mai smesso di scattare nemmeno per un secondo. Se volete vedere i bambini che con le loro divise si recano a scuola dovete alzarvi presto perchè le lezioni iniziano alle 7.30 del mattino.

Per il tramonto consiglio di visitare la Finca Agroalimentare, una sorta di agriturismo da cui si gode una magnifica vista.

Finca Agroalimentare


Per giungere a Trinidad abbiamo prenotato un  taxi collettivo guidato da un simpatico cubano amante della musica latina. Questa volta il van era nuovo e dotato di aria condizionata, oltre a noi erano presenti tre ragazze israeliane. L'autista è stato molto socievole tanto che mi sono permessa di chiedergli cosa ne pensasse della situazione politica cubana. Il governo è molto accentratore e chiaramente ciò limita il singolo cittadino. Non dimentichiamoci però che è un luogo in cui il sistema sanitario è molto avanzato, il tasso di istruzione è altissimo e, se paragonato agli stati sudamericani, il tasso di criminalità è molto basso. Tuttavia la mia percezione è stata di insoddisfazione generale perché le persone si sentono prive della libertà di crescere, far carriera, di prendere e partire. Riuscire a guadagnare bene senza fare del nero è quasi impossibile e anche se uno riuscisse a diventare benestante, all'estero la moneta cubana non varrebbe comunque nulla ammesso di riuscire a cambiarle.

TRINIDAD


Trinidad è un gioiello cubano, devo ammettere che l'ho preferita all'Avana. Anche questa volta abbiamo soggiornato in una casa particular e la nostra camera era situata su un terrazzo. Quella del nostro amico era invece all'interno della casa la cui finestra del bagno dava sulla cucina della famiglia. Come vicina di stanza aveva la nonna cubana. Non proprio una stanza da sogno.

Plaza Major Trinidad

Trinidad è davvero speciale, esteticamente meravigliosa grazie alle sue case colorate e le stradine acciottolate. Plaza Major è la piazza principale su cui si affaccia la Iglesia Parroquial de la Santisima Trinidad.
Poco distante dal centro si trova il Barrio Los Tres Cruces, un quartiere davvero povero dove le case non hanno neanche le piastrelle al pavimento. Qui si vive letteralmente in strada, i bambini giocano scalzi  e le persone sono davvero cordiali.




Girovagando per Trinidad siamo passati di fronte ad una scuola ed abbiamo chiesto il permesso di entrare. Grandi sorrisi da parte dei bambini e la gara di chi voleva comparire nelle foto.



Credo di aver osservato e fotografato metà degli abitanti di Trinidad, semplicemente fantastici.


La nostra giornata si è conclusa sulla spiaggia di Ancon ad osservare il tramonto.

CAYO COCO

Il Melìa Cayo Coco è una struttura davvero notevole. La suite a nostra disposizione era davvero splendida e posso aggiungere per fortuna visto che ho trascorso i miei due giorni in villaggio chiusa in camera. 
L'All-inclusive ha un sacco di pregi ma anche un gran difetto: l'ingordigia porta a provare qualsiasi cosa si trovi sul buffet ed io non sono stata da meno. Ho infranto tutte le regole del buon viaggiatore pertanto ho bevuto bibite con ghiaccio, mangiato verdura cruda e assaggiato un gelato che forse non era in freezer da un bel pò.
Il mio fisico non ha retto l'intenso pomeriggio di benessere e la serata e il giorno successivo si è trasformato in momento di profondo malessere tanto che durante la notte sono svenuta in bagno cadendo per terra. Peccato che dietro di me ci fosse un muretto in marmo e la mia povera testolina l'ha preso in pieno. Fortunatamente nulla di grave, solo un taglietto in testa e tanta paura da parte di mio marito che credeva fossi morta. 

Cayo Coco

Non fatevi confondere dalle foto, sono uscita dalla camera solo per testimoniare il fatto di essere su una spiaggia caraibica.

Cayo Coco


Il nostro viaggio è terminato con un taxi che ci ha riportato all'Avana da cui partiva il nostro volo.
Cuba è un'isola meravigliosa che consiglio agli amanti del mare, della storia e della street photography.

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