domenica 17 giugno 2018

VIAGGIO A CUBA

IL FASCINO DECADENTE DI CUBA

- UN SET CINEMATOGRAFICO A CIELO APERTO -


El capitolio Havana


Cuba è un'isola che racchiude un fascino molto speciale, un piccolo territorio che si è reso nemico di un colosso come gli Stati Uniti e che, a causa di ciò, si è ritrovato isolato per quasi 60 anni, congelato nel tempo agli anni 50.
Non ho mai avuto una cotta adolescenziale per Che Guevara né una grande simpatia per Fidel ma non posso negare che entrambi  siano stati grandi protagonisti della storia del Novecento.
Pertanto visitare quest'isola ha un grande valore storico soprattutto se si ha la possibilità di chiacchierare con la gente del luogo per capire il loro pensiero.

Cuba ha inoltre  un mare splendido e credo sia il desiderio di molti ritrovarsi a dicembre su una spiaggia caraibica con un mojito in mano. Sogno che noi abbiamo realizzato solo per alcuni giorni nell'indimenticabile Melìa di Cayo Coco dopo aver trascorso la prima parte del nostro viaggio a L'Avana, Vinales e Trinidad in un itinerario della durata di 10 giorni.



A Cuba è difficile noleggiare l'auto a meno che non vi intendiate di meccanica e sappiate aggiustarla in caso di guasto. Le auto sono vecchie, l'assistenza non è delle migliori, le strade sono dissestate e, come se non bastasse, potreste ritrovarvi una vacca che attraversa beatamente la strada che state percorrendo.  Pertanto, forse un pò troppo timorosi, ci siamo affidati ad una agenzia locale che ci offriva un auto con l'autista.
I cubani non me ne vogliano ma il motto della vacanza è stato: "Come farsi fregare il meno possibile".
L'agenzia da noi contattata come regalo di benvenuto non ci ha fatto trovare nessuno all'aeroporto al nostro arrivo. Dopo 10 ore di viaggio vi assicuro che non è per niente piacevole soprattutto quando un'orda di tassisti abusivi e non continuano a proporti i loro servizi.
Fortunatamente un gentile cubano ha contattato al telefono il nostro driver che ha iniziato ad addurre motivazioni poco credibili riguardo il mancato incontro, pertanto abbiamo optato per il Piano B.
Sfiancati dall'eterna attesa abbiamo ceduto a un tassista che ci ha condotti in hotel scoprendo che il prezzo della tratta era di molto inferiore rispetto alla tariffa della nostra agenzia. Pertanto vista la poca affidabilità e non avendo dato nessuna caparra, abbiamo deciso di disdire il driver e ci siamo affidati ad altri mezzi di trasporto per iniziare il nostro tour on the road. (Mai decisione fu più fortunata).

L'AVANA


Come sistemazione a L'Avana abbiamo optato  per una camera presso Hostal Casavana, situato in un grattacielo piuttosto decadente. La vista dei citofoni che sembravano appartenere a un edifico dismesso mi aveva fatto temere il peggio ma in realtà gli appartamenti erano tutto sommato carini.
Al nostro arrivo ci è stato offerto un mojto, il primo di una lunga serie. Questa volta per una serie di eventi non prevedibili il team della vacanza  era formato da me, mio marito e un amico.. astemio ...
Lo specifico perché sentir ordinare un Virgin Mojito nella patria del rum e vedere la  faccia perplessa dei cubani non ha prezzo. Ernest Hemingway si sarà rivoltato nella tomba.

Dopo poche ore dal nostro arrivo ecco la seconda "disavventura".  D'altronde l'abito a volte fa il monaco: tre facce pulite, due reflex in bella vista e l'aria da milanesi a caccia di guai. Appena usciti dall'hotel ecco spuntare una coppia di cubani che con la scusa di farci vedere un quartiere carino ci ha condotto in una via semi deserta. Non so perché li avessimo seguiti neanche fossimo Alice che insegue il Bianconiglio, ma così è stato. Giunti nella via ho pensato: "Ecco, saluta la tua reflex". E invece no, in realtà il locale da loro consigliato esisteva davvero ma poco elegantemente hanno preteso di farsi offrire  un cocktail. Non contenti, con la scusa della povertà e della mancata possibilità di comprare il latte al loro bambino, abbiamo lasciato loro anche un obolo.
Non so quanto la loro storia strappalacrime fosse vera. In teoria il governo cubano dovrebbe fornire gratuitamente un litro di latte al giorno  ai bambini da zero a 7 anni ma stanchi dal viaggio e forse anche legati dal senso di colpa di essere turisti liberi di girare il mondo in un paese dove la libertà è un concetto ancora molto lontano abbiamo ceduto al ricatto psicologico.

Habana Vieja è l'anima di Cuba. Costellata da edifici storici dal fascino decadente,  questo quartiere  permette di fare un salto indietro nel tempo in cui auto d'epoca dai colori sgargianti girano per la città con musica a tutto volume e solo l'impianto stereo di ultima generazione ti ricorda di essere in realtà nel nuovo Millennio.



L'obiettivo della macchina fotografica era sempre indirizzato su qualcosa e soprattutto su qualcuno. I cubani sono fotogenici, non ci sono dubbi e siccome molti di loro trascorrono le giornate a rilassarsi per le strade sono soggetti ideali per gli amanti della street photography.







Alcune persone sono davvero particolari e se vi risulteranno familiari è perché compaiono in molti profili instagram. Credo che oramai abbiano fatto della messa in posa una professione. Spesso con il sigaro in mano, queste persone incarnano il classico soggetto cubano. Chiaramente alcuni di loro vorranno una mancia in cambio ed è per questo che solitamente preferisco allontanarmi dalle strade principali e fotografare soggetti più .. genuini.
In Habana Vieja ricordatevi di fare un salto alla Bodeguita del Medio, il locale preferito da Ernest Hemingway dove potrete degustare un ottimo mojito. Chiaramente è un luogo turistico frequentato da stranieri ma spesso qualche band suona musica dal vivo e il clima è davvero piacevole.

"My mojito in La Bodeguita, My daiquiri in El Floridita"

Ernest Hemingway

Bodeguita del Medio

Dopo aver visitato il centro ci siamo diretti verso Plaza de La Revolution, nel quartiere Vedado. Questa enorme piazza è il cuore del governo cubano nonchè il luogo dove si tengono i comizi politici. Ciò che la rende famosa è il gigantesco murales raffigurante Che Guevara sotto il quale campeggia la scritta "Hasta la victoria siempre".

Plaza de La Revolution


Per goderci il tramonto ci siamo recati al Malecòn, il famoso lungomare della capitale cubana. Simbolo dei nostalgici che guardando l'orizzonte sognano la Florida, quando il mare è in tempesta e tira un forte vento l'atmosfera è molto suggestiva.

Malecón

Per la serata abbiamo cenato al Melià per assistere a uno spettacolo dedicato ai Buena Vista Social Club, serata di buona musica con ottimi ballerini.



Dopo due giorni all'Havana ci siamo diretti verso Vinales. Non avendo più un driver a cui fare riferimento, la signora del nostro appartamento di Casavana ci aveva consigliato un transfer che, a suo dire, per soli 20 cuc (20$) ci avrebbe portato a Vinales in circa due ore con un van dotato di tutti i confort.
Due sono le cose: o noi capiamo poco bene l'inglese (che potrebbe essere vero anche se eravamo in tre ad ascoltare) o i suoi parametri nel descrivere i confort non sono proprio paragonabili ai nostri.
Al momento della partenza giunge di fronte all'hotel un burbero omone dotato di addome prominente e con indosso una canotta bianca che guidava un furgone del 1915-18 dagli interni fatiscenti e da un motore non fresco di revisione.
Il contachilometri era guasto, ovviamente impensabile l'aria condizionata quindi finestrini aperti in autostrada. Le ore effettive di viaggio sono state davvero 2, o poco più, peccato per le altre due ore ferme in mezzo al nulla in attesa di due coppie recuperate in mezzo all'autopista (la nostra autostrada).
Alla fine abbiamo trascorso quasi un intera giornata in auto ma almeno siamo arrivati vivi a destinazione vista la guida sportiva e distratta del nostro autista.

VINALES


Vinales è un piccolo villaggio situato a nord di Cuba famoso per le piantagioni di caffè e tabacco. Non ci sono alberghi ma solo casas particulares che corrispondono ai  nostri bed and breakfast.
Abbiamo dormito a Villa Caricia dove per cena la signora ha cucinato un'ottima aragosta. Le camere sono ovviamente molto spartane ma estremamente pulite.
Il giorno seguente abbiamo esplorato il parco naturale di Vinales in sella ad un cavallo. Non essendo un'amazzone quattro ore a cavallo sono state impegnative soprattutto vista la temperatura costante che si aggirava intorno ai 30 gradi.
La nostra guida Raul ci ha condotto nelle piantagioni di caffè e di tabacco. Ad ogni tappa ci raccontava le caratteristiche del luogo oltre che farci bere qualcosa a base rigorosamente di rum. Pertanto per l'ora di pranzo avevo già all'attivo 3 mojito e un cocktail buonissimo a base di miele e rum. Indovinate un pò come si chiamava il mio cavallo? Mojito naturalmente.




Dopo l'intensa mattinata abbiamo pranzato al ristorante Mirador costituito da 3 terrazze da cui si godeva una vista eccezionale sui mogotes, ossia le alture rocciose tipiche della zona ricoperte dalla vegetazione tropicale.

Per tornare a casa mio marito ha pensato bene di chiedere un passaggio ad un camioncino che ci ha fatto salire sopra il rimorchio. Oltre a noi era presente una coppia cubana con bambino al seguito.  Quando le leggi sulla sicurezza stradale diventano un optional.






Le strade di Vinales sono un autentico set fotografico e non avrei mai smesso di scattare nemmeno per un secondo. Se volete vedere i bambini che con le loro divise si recano a scuola dovete alzarvi presto perchè le lezioni iniziano alle 7.30 del mattino.

Per il tramonto consiglio di visitare la Finca Agroalimentare, una sorta di agriturismo da cui si gode una magnifica vista.

Finca Agroalimentare


Per giungere a Trinidad abbiamo prenotato un  taxi collettivo guidato da un simpatico cubano amante della musica latina. Questa volta il van era nuovo e dotato di aria condizionata, oltre a noi erano presenti tre ragazze israeliane. L'autista è stato molto socievole tanto che mi sono permessa di chiedergli cosa ne pensasse della situazione politica cubana. Il governo è molto accentratore e chiaramente ciò limita il singolo cittadino. Non dimentichiamoci però che è un luogo in cui il sistema sanitario è molto avanzato, il tasso di istruzione è altissimo e, se paragonato agli stati sudamericani, il tasso di criminalità è molto basso. Tuttavia la mia percezione è stata di insoddisfazione generale perché le persone si sentono prive della libertà di crescere, far carriera, di prendere e partire. Riuscire a guadagnare bene senza fare del nero è quasi impossibile e anche se uno riuscisse a diventare benestante, all'estero la moneta cubana non varrebbe comunque nulla ammesso di riuscire a cambiarle.

TRINIDAD


Trinidad è un gioiello cubano, devo ammettere che l'ho preferita all'Avana. Anche questa volta abbiamo soggiornato in una casa particular e la nostra camera era situata su un terrazzo. Quella del nostro amico era invece all'interno della casa la cui finestra del bagno dava sulla cucina della famiglia. Come vicina di stanza aveva la nonna cubana. Non proprio una stanza da sogno.

Plaza Major Trinidad

Trinidad è davvero speciale, esteticamente meravigliosa grazie alle sue case colorate e le stradine acciottolate. Plaza Major è la piazza principale su cui si affaccia la Iglesia Parroquial de la Santisima Trinidad.
Poco distante dal centro si trova il Barrio Los Tres Cruces, un quartiere davvero povero dove le case non hanno neanche le piastrelle al pavimento. Qui si vive letteralmente in strada, i bambini giocano scalzi  e le persone sono davvero cordiali.




Girovagando per Trinidad siamo passati di fronte ad una scuola ed abbiamo chiesto il permesso di entrare. Grandi sorrisi da parte dei bambini e la gara di chi voleva comparire nelle foto.



Credo di aver osservato e fotografato metà degli abitanti di Trinidad, semplicemente fantastici.


La nostra giornata si è conclusa sulla spiaggia di Ancon ad osservare il tramonto.

CAYO COCO

Il Melìa Cayo Coco è una struttura davvero notevole. La suite a nostra disposizione era davvero splendida e posso aggiungere per fortuna visto che ho trascorso i miei due giorni in villaggio chiusa in camera. 
L'All-inclusive ha un sacco di pregi ma anche un gran difetto: l'ingordigia porta a provare qualsiasi cosa si trovi sul buffet ed io non sono stata da meno. Ho infranto tutte le regole del buon viaggiatore pertanto ho bevuto bibite con ghiaccio, mangiato verdura cruda e assaggiato un gelato che forse non era in freezer da un bel pò.
Il mio fisico non ha retto l'intenso pomeriggio di benessere e la serata e il giorno successivo si è trasformato in momento di profondo malessere tanto che durante la notte sono svenuta in bagno cadendo per terra. Peccato che dietro di me ci fosse un muretto in marmo e la mia povera testolina l'ha preso in pieno. Fortunatamente nulla di grave, solo un taglietto in testa e tanta paura da parte di mio marito che credeva fossi morta. 

Cayo Coco

Non fatevi confondere dalle foto, sono uscita dalla camera solo per testimoniare il fatto di essere su una spiaggia caraibica.

Cayo Coco


Il nostro viaggio è terminato con un taxi che ci ha riportato all'Avana da cui partiva il nostro volo.
Cuba è un'isola meravigliosa che consiglio agli amanti del mare, della storia e della street photography.

venerdì 8 giugno 2018

KYOTO

LA MERAVIGLIOSA KYOTO: TESTIMONIANZA DELL'ANTICO GIAPPONE 



Kyoto è una meta imperdibile di un viaggio nella terra del Sol Levante, custode di un ricco patrimonio culturale e architettonico di cui 17 siti Patrimonio dell'Umanità. 
Capitale del Giappone fino alla metà del XIX secolo rischiò di essere rasa al suolo durante la Seconda Guerra Mondiale perché potenziale obiettivo della bomba atomica. 
La bellezza di Kyoto non è un mistero e milioni di visitatori la invadono annualmente in tutte le stagioni. 
Vista la grande affluenza di turisti vi consigliamo di visitare i luoghi di maggior interesse al mattino presto oppure al tramonto, la levataccia sarà ripagata dall'atmosfera unica che questi luoghi vi regaleranno. 

Hotel Ethnography
Arrivati nella tarda mattinata di un lunedì abbiamo lasciato i bagagli nel nostro splendido  Hotel Ethnography Furumonzen situato nello storico quartiere di Gion. L'albergo, di recente costruzione e dal fascino tutto orientale, è il luogo ideale dove respirare l'atmosfera di Kyoto.
Abbiamo soggiornato due notti in questa struttura anche se avrei voluto trascorrere qualche notte in più.


Gion, il celebre quartiere delle geishe, si trova sulla riva orientale del Kamo-gawa. Il suo volto migliore lo regala alla sera quando i locali sono aperti, le stradine sono illuminate dalle lanterne dei ristoranti e vi potrebbe capitare, come è successo a noi, di imbattersi in una geisha che entra furtiva in qualche locale.

Abbiamo trascorso le nostre due serate a Gion e nel quartiere vicino Ponto-cho che in quanto a vitalità potrebbe essere paragonato ai Navigli milanesi, ricco di giovani che escono a far serata.




Poco distante dal quartiere di Gion è possibile visitare il mercato di Nishiki. E' un mercato al coperto dove lo street food la fa da padrone. Spiedini di pesce, okonomiyaki, riso e tanto altro. Incuriosita dagli studenti giapponesi che si fiondavano su una bancarella che cucinava i takoyaki, ho avuto la sfortunata idea di provarli.
I takoyaki sono dei ravioli ripieni di polpo cucinati su una speciale piastra; detta così non suona poi così male, ma la consistenza molliccia e un pò viscida e lo strano sapore non ha incontrato i nostri gusti (mio marito ancora mi rinfaccia di avergli fatto mangiare i takoyaki). Alla fine sono del parere che bisogna sperimentare la cucina del luogo anche se a volte questo rappresenta un sacrificio.


Dopo il tour al mercato siamo andati nei pressi del Palazzo Imperiale; purtroppo però la residenza era chiusa al pubblico nei giorni del nostro soggiorno a Kyoto. Ci siamo dovuti accontentare di passeggiare nei giardini circostanti.

La perla della giornata l'abbiamo tenuta per il tramonto: visita al santuario shintoista di Fushimi Inari -Taisha situato sulla montagna Inari da cui si gode una vista di tutta Kyoto.
La particolarità di questo santuario è la presenza di una galleria di torii (i caratteristici portali rossi) che si susseguono apparantemente all'infinito nella fitta vegetazione.
La passeggiata è molto lunga e direi fortunatamente, perché più si sale e più diminuiscono i turisti avendo così la possibilità di camminare in questo luogo sacro con molta tranquillità.

Fushimi Inari Taisha
Avendo avuto l'opportunità di visitarlo al tramonto siamo riusciti a vedere i torii illuminati dalle splendide luci che solo il crepuscolo sa regalare.

Devo ammettere che quando cala la sera l'atmosfera del santuario si modifica acquisendo un fascino un pò sinistro.


Dopo aver visto uno dei luoghi più magici di Kyoto e forse di tutto il Giappone, siamo andati a cena  da Ramen Muraji Kyoto Gion , un piccolo ma elegante locale in cui si mangia in grossi tavoli di legno con altri commensali. Avrei quasi tollerato il concerto di risucchi da parte dei miei vicini intenti ad assaporare i loro ramen se non fosse per un giapponese doc che disturbava la mia cena continuando a tirare su con il naso. Conoscete la norma di comportamento giapponese secondo cui è da maleducati soffiarsi il naso con il fazzoletto? 

Il mattino seguente sveglia presto per la visita alla famosa foresta di bambù ad Arashiyama. Forse avevo aspettative troppo alte ma non mi ha particolarmente emozionato. Mi sarei aspettata una foresta più maestosa e di perdermi quasi tra i bamboo, in realtà è un percorso obbligato che dura circa una decina di minuti di cammino.

Bamboo Forest

Alla fine del percorso è possibile visitare la villa di un attore di film muti, Okochi Sanso. Camminare nel curato giardino trasmette un senso di pace e tranquillità. Dopo la visita è possibile bere una tazza di te macha e un dolcetto compreso nel prezzo del biglietto.


La nostra giornata è continuata vistando un'altra perla di Kyoto: il Golden Pavillion del tempio buddhista Kinkaku-ji. Nonostante il grande affollamento questo splendido tempio affascina il visitatore. Si erge luminoso di fronte al laghetto trasmettendo all'occhio di chi guarda pace, tranquillità e magnificenza.
Questo tempio, come la maggior parte dei monumenti storici del Giappone, è bruciato negli anni 50 a causa di un monaco che appiccò l'incendio per liberarsi dall'ossessione di esso.
Il nome Golden Pavillion è dato dal fatto che le pareti esterne sono ricoperte da foglie d'oro che lo rendono così straordinario.

Golden Pavillion
Nel pomeriggio abbiamo visitato il Padiglione d'Argento, Ginkaku-ji,  dal curato giardino zen. In principio (1482) fu costruito come residenza dello shogun Yoshimasa. Il progetto prevedeva di rivestire l'intero edificio con uno strato d'argento ma non fu mai realizzato.
I coni di sabbia di fronte al tempio sono meticolosamente rastrellati e simboleggiano una montagna e un lago.
Poco distante dal tempio ha inizio la Passeggiata del Filosofo, un sentiero che si snoda lungo il Tetsugaku-no-Michi e deve il suo nome al filosofo Nishida Kitaro che era solito camminare qui perso nei suoi pensieri. Credo che renda al massimo durante la fioritura dei ciliegi ma noi siamo arrivati troppo tardi.

Uno dei quartieri per me più affascinanti di Kyoto sorge intorno alla pagoda di Yasaka. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, nell'antico Giappone. Abbiamo anche trovato un piccolo bar con vista pagoda dove ci siamo riposati dopo la lunga camminata della giornata.



Le nostre giornate a Kyoto sono state davvero intense e meravigliose. Nonostante sia una città turistica e affollata, conserva un fascino speciale e rimane una meta imperdibile di un viaggio in Giappone.

lunedì 4 giugno 2018

MUOVERSI IN GIAPPONE

MUOVERSI IN GIAPPONE: TRENI - ISTRUZIONI PER L'USO 



Il treno proiettile Shinkansen


Le nostre vite spesso sono piene di incognite e decisioni difficili da prendere. Fortunatamente abbiamo anche delle certezze, una di queste è la puntualità del mezzi pubblici giapponesi.
Efficienti fin quasi a sfiorare la patologia psichiatrica, il Giappone ha fatto della puntualità uno dei suoi simboli nell'immaginario collettivo.
Dopo aver trascorso 2 settimane viaggiando attraverso questo paese non posso far altro che confermarvi quanto scritto sopra. Basti pensare che su circa 15 treni presi durante il viaggio, il massimo ritardo accumulato  è stato di ben.....6 MINUTI! Si, avete capito bene, 6 minuti di ritardo. Mi sarei aspettato delle scuse una volta arrivato a destinazione e invece nulla.

TRENO
Il mezzo migliore per spostarsi in Giappone è sicuramente il treno. Una fitta rete di collegamenti ferroviari vi permetterà di raggiungere quasi tutti gli angoli del paese viaggiando comodamente e sicuri di arrivare a destinazione puntuali.
Il treno è un mezzo alquanto costoso, basti pensare che la tariffa di andata e ritorno da Tokyo a Kyoto ammonta a circa 208€.
A tal proposito giunge in nostro soccorso il Japan Rail Pass, una sorta di "abbonamento" che ci permetterà di utilizzare quasi tutti i treni delle linee giapponesi, dai velocissimi Shinkansen fino ai treni regionali, più alcuni bus e traghetti, senza dimenticare il Narita Express (treno che collega l'aeroporto di Tokyo Narita col centro città) e la linea metropolitana JR Yamanote Line.
Ricordate che il JR Pass non può essere utilizzato sugli Shinkansen denominati "Nozomi" e "Mizuho" quindi verificate bene il nome del treno quando pianificate gli spostamenti. 
Potete scegliere se acquistare un pass di 7,14 oppure 21 giorni e la validità inizierà dal primo giorno di effettivo utilizzo.
Ricordate che il JR Pass non è acquistabile in Giappone, pertanto ricordatevi di procurarvelo con discreto anticipo.
Quando acquistate il JRPass online (oppure presso agenzia) non avrete in mano il pass vero e proprio ma solo un "exchange order" che vi permetterà di ritirare ed attivare il Pass una volta arrivati in Giappone.
La procedura è semplicissima, basterà recarvi in una biglietteria JR al vostro arrivo all'aeroporto di Narita (oppure Haneda) e i gentilissimi impiegati vi spiegheranno tutto nei minimi dettagli.

Prezzi delle 3 opzioni di JR Pass


Prima della partenza ero molto dubbioso sul sistema di prenotazione dei posti, infatti non è possibile farlo online ma solo in stazione.
L'operazione si è in realtà rivelata semplicissima, in qualunque stazione JR potrete prenotare i posti sul vostro treno anche per i giorni successivi. Se pianificate di viaggiare in periodi di festività o nei weekend vi consiglio di prenotare i posti con discreto anticipo perché correreste il rischio di non trovare posto oppure di dover viaggiare su carrozze "non reserved" dove non vi sarà garantito di riuscire a salire.

Per pianificare gli spostamenti vi consiglio il sito HYPERDIA, disponibile anche per iOS e Android. Basterà inserire le stazioni di partenza/arrivo, l'orario desiderato e il sito vi mostrerà le opzioni più veloci disponibili in base alla durata e agli eventuali cambi da effettuare. Quando dovrete prenotare i posti mostrate alla biglietteria lo screenshot della combinazione da voi scelta e in questo modo velocizzerete le operazioni prenotazione dei posti.

Il JRPass non è un biglietto vero e proprio, pertanto per entrare o uscire da una stazione non potrete passare dai classici tornelli ma dovrete mostrare il Pass agli addetti che sorvegliano i varchi di ingresso/uscita.
Japan Rail Pass


PRIMA DI PRENDERE IL TRENO RICORDATEVI DI:

1) Rispettare sempre la fila. All'inizio vi sembrerà strano, difficile, incomprensibile. Pian piano vi renderete conto che questa dedizione dei nipponici nello stare in coda permette ai treni di rispettare gli orari, si sale velocissimi e ancor prima che voi vi sarete sistemati il treno sarà già lanciato a 300km/h tra le risaie.

2) Ogni treno ha una sua fila. Nelle stazioni le zone dove mettersi in fila sono disegnate a terra (cosa che nell'era degli smartphone trova una sua utilità). Per ogni treno c'è una fila diversa: se dovete prendere l'EXP.Kuroshio delle 19.15 non mettevi nella fila per il Narita Express delle 19.17, potreste scompensare decine di giapponesi con la vostra inadeguatezza.


3) Non parlate al cellulare quando siete in treno. In Italia siamo tutti una grande famiglia, sui treni quanto volte vi è capitato di essere partecipi di discussioni tra amici, parenti, genitori, ex fidanzati, amanti e quant'altro? Ecco, dimenticatevi tutto ciò. I riservatissimi giapponesi non amano che si parli al telefono sui mezzi pubblici, se proprio dovete telefonare recatevi negli spazi tra una carrozza e l'altra...ma con discrezione!

4) Siate puliti. La pulizia impeccabile che caratterizza gli spazi pubblici giapponesi non manca nemmeno sui treni. Se vi capiterà di prendere il treno dal capolinea vi imbatterete in squadre di addetti che, all'arrivo del treno, dopo essersi inchinati a tutti i passeggeri scesi dal treno, salgono su ogni carrozza, ripuliscono in maniera impeccabile ogni superficie, cambiano i rivestimenti dei poggiatesta e i sedili vengono girati verso il senso di marcia. Un'operazione che dura non più di 5 minuti, sicuramente agevolata dal fatto che i giapponesi difficilmente lasceranno rifiuti abbandonati sul treno.

Squadre di addetti alle pulizie che attendono l'arrivo di uno Shinkansen


5) Toglietevi le scarpe. Ricchi business man, studenti universitari, anziane signore... diversissimi tra loro ma tutti senza scarpe. Sui treni giapponesi liberare i piedi appena giunti al proprio posto più che un'usanza sembra una vera e propria necessità. Integratevi anche voi alla perfezione con lo stile di vita nipponico e date aria ai vostri piedi!

6) Mangiare in treno. Nulla è più Japan-friendly di una Bento Box su uno Shinkansen lanciato a tutta velocità. Prima della partenza fermatevi in uno dei chioschi che vendono queste vaschette a scomparti dove è contenuto un perfetto pranzo in stile giappo che potrete gustarvi comodamente seduti al vostro posto.
La nostra bento box
7) Preparatevi a scendere in tempo. Quando sarete quasi arrivati a destinazione preparatevi a scendere con discreto anticipo, la puntualità dei treni sarà garantita anche dalla vostra velocità di discesa. Non dimenticate nulla a bordo, ma se malauguratamente dovesse accadere, non temete. Basterà informare il personale della stazione e i vostri averi saranno recuperati dal capotreno che li consegnerà al personale una volta giunti a destinazione.

8) Bagagli. Leggevo sui vari siti di viaggio che in Giappone è possibile farsi spedire i bagagli da una città all'altra perché in treno ci sono pochi spazi dedicati ad essi. Non abbiamo provato questa servizio ma abbiamo portato le valigie con noi in ogni grande spostamento senza avere alcun problema.  I bagagli, anche di medie dimensioni, possono essere tranquillamente posizionati sopra le cappelliere. Per le valigie molto voluminose ci sono degli appositi spazi a inizio e a fine carrozza ma i posti sono davvero limitati. La distanza tra un sedile e l'altro è decisamente abbondante pertanto i piccoli trolley e i borsoni possono essere posizionati davanti ai voi.

A questo punto non vi rimane che acquistare il vostro Japan Rail Pass, decidere l'itinerario, magari prendendo spunto dal post VIAGGIO NEL CUORE DEL GIAPPONE, fare le valigie e partire!!!





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