ISOLE LOFOTEN: UN PARADISO NORDICO DOVE FARE IL PIENO DI LUCE NELLA STAGIONE ESTIVA
Avete mai sentito parlare delle isole Lofoten? Io, devo essere sincera, prima di programmare il nostro viaggio in Norvegia, molto poco.
Dopo averle viste mi stupisco di quanto siano poco conosciute perché sono davvero isole paradisiache. D'altra parte la poca conoscenza e, di conseguenza, la poca affluenza consentono di mantenere intatto il loro fascino.
E' chiaro che non è un viaggio dedicato a chi vuole solo hotel a 5 stelle e servizi ad hoc per il turista.
E' un viaggio destinato a chi vuole visitare un luogo immutato nel tempo caratterizzato da una natura incontaminata e per chi vuole scoprire spiagge deserte di sabbia bianca ed osservare un mare incantevole dalle mille sfumature di blu, azzurro e verde. Peccato che in questo meraviglioso mare cristallino uno non possa pensare di crogiolarsi al suo interno.
Qui infatti siamo all'altezza del circolo polare artico e le temperature dell'acqua raggiungono i 15° ad agosto, nel nostro caso, a inizio giugno la temperatura dell'acqua sfiorava gli 8°.
Come sempre, esistono i "brave men", ossia uomini coraggiosi che non temono condizioni climatiche avverse tantomeno le gelide acque artiche e che hanno avuto il coraggio di tuffarsi (ma non di rimanere dentro l'acqua per più di due minuti).
Noi, persone di un coraggio qb (quanto basta), ci siamo bagnati solo i piedi e questo è stato sufficiente per avere una parziale e temporanea perdita di sensibilità delle estremità distali delle dita.
Le isole Lofoten sono bagnate dal mare della Norvegia sopra il circolo polare artico (sono addirittura a una latitutide superiore all'Islanda per intenderci). Le principali sono Austvågøy, Vestvågøy, Flakstadøy e Moskenesøy; sono separate dalla terraferma dal Vestfjorden e sono unite tra di loro tramite ponti e tunnel attraverso cui diventa agevole spostarsi da un'isola all'altra.
Ci sono diversi modi per raggiungere queste isole. Potete arrivare alle Lofoten via aereo tramite gli aeroporti di Bodo, Svolvaer, Leknes, Rost o come noi all'aeroporto Hastad-Narvik (Evenes) sulla vicina Hinnoya. Da qui è consigliabile noleggiare l'auto. Oppure è possibile raggiungere queste isole via mare traghettando l'auto da Bodo a Moskenes, oppure da Skutvik a Svolvær.
Siamo atterrati in questo angolo di paradiso in una soleggiata mattina di inizio giugno. Sono rimasta piacevolmente basita dalla luce e dai colori di questi luoghi. Mai mi sarei aspettata di essere circondata da un mare così azzurro o così verde. Spiagge ampie di sabbia bianca e sottile che si interrompevano per dare spazio a prati dal verde intenso, il tutto incorniciato da vette innevate.
Dall'aeroporto di Evenes ad Å, il paese dove avremmo soggiornato per la notte, occorrono quattro ore e mezza per raggiungerlo. Se fosse stato per me ce ne avremmo messe dieci di ore perché mi sarei fermata in ogni angolo, ogni scorcio era spettacolare. Mi sembrava impossibile che all'estremo Nord del mondo si potessero incontrare questi paesaggi incantati.
A metà tragitto, vista la piacevole temperatura, ci siamo fermati a Ramberg a mangiare un wrap al salmone sulla spiaggia. La freschezza del pesce era innegabile, peccato per la quantità esagerata di cipolla all'interno del wrap, evidentemente ingrediente cardine, ahimè, della cucina norvegese.
Ä si trova nell'estremità meridionale di Moskenesøy e il suo nome equivale all'ultima lettera dell'alfabeto norvegese proprio perché dopo questo piccolo villaggio si ha di fronte solo il mare.
Non vi aspettate un paesino, in realtà è un agglomerato di casette di pescatori, le rorbuer, la maggior parte di color rosso o giallo costruite su palafitte che sono state trasformate in alloggi per turisti.
Il nostro albergo, Smaken av Lofoten, ha una struttura centrale dove è presente il ristorante e le camere al piano superiore e poi ha intorno ad essa delle piccole rorbuer adibite ad appartamenti.
Smaken av Lofoten |
La nostra rorbu (foto a destra), naturalmente tutta in legno, era costituita da un piccolo salotto con cucina, un bagno e una camera dotata di una finestra proprio sopra la testata del letto. Vista sul golfo all'apparenza molto romantica. Ricordo però ai poco informati che qui il sole non tramonta mai e nonostante ci fossero le tende oscuranti, la luce filtrava prepotentemente dalla finestra. Pertanto ho avuto un sacco di risvegli ma soprattutto di momenti di disorientamento perché non capivo mai che ore fossero.. Sembravano sempre le due del pomeriggio!!
Consiglio per la cena un ristorante in un paesino poco distante da Ä: Maren Anna a Sørvagen. Il porticciolo su cui si affaccia è incantevole, spero abbiate la fortuna di cenare all'aperto come abbiamo fatto noi. Il ristorante offre una cucina le cui specialità sono a base di pesce, ovviamente freschissimo perché pescato in giornata. Indimenticabile lo stoccafisso mantecato, uno dei migliori della mia vita.
Maren Anna |
Le isole Lofoten profumano di merluzzo... Detta così suona male, lo ammetto, ma in realtà è una sensazione inaspettatamente piacevole.
Sapete che la maggior parte dei merluzzi che troviamo sulle nostre tavole viene pescata proprio al largo delle isole Lofoten? E queste isole hanno basato la loro economia su questo, da tempo immemore.
Qui ruota tutto intorno al merluzzo: l'inizio dell'inverno apre la stagione della pesca che durerà fino ad aprile. Tutti partecipano all'evento, persino i bambini che nel dopo scuola vengono reclutati per il taglio della lingua (dei merluzzi non dei bambini).
Una volta che i pesci sono stati puliti, eviscerati e legati a coppie di due vengono appesi a testa in giù sulle rastrelliere e rimarranno così per alcuni mesi. Il vento permeato dal sale marino essiccherà i pesci trasformandoli in stoccafisso. L'85% del merluzzo, di qualità pregiata, viene esportato in Italia, la parte restante più scadente del merluzzo tra cui le teste vengono esportate in Nigeria per ricavarne delle zuppe ad alto contenuto proteico.
Ricordo che quello che nell'Italia del Nord viene chiamato baccalà in realtà è stoccafisso, perché il baccalà viene essiccato sotto sale.
Se volete farvi raccontare tutto il procedimento sulla pesca e sulla lavorazione dei merluzzi da un local, ad Ä è presente il museo dello Stoccafisso, sito in un ex magazzino del pesce dove farete la conoscenza di Steinar Larsen, il proprietario parlante italiano.
Alla mia domanda: "Come riesce a vivere in un luogo dove da ottobre fino a marzo è sempre buio?" il
signor Larsen mi rispose così: "Semplice, per due mesi mi trasferisco alle Canarie!"
Prima di lasciare Å ricordatevi di assaggiare i cinnamon boller nella panetteria locale. Squisiti!!!
Un paesino poco distante da Å è Reine, famosa per la sua splendida posizione accanto a una laguna e sovrastata dalla parete di roccia del Reine-bringen. Sicuramente è uno dei volti maggiormente fotografati delle Lofoten.
Qui ruota tutto intorno al merluzzo: l'inizio dell'inverno apre la stagione della pesca che durerà fino ad aprile. Tutti partecipano all'evento, persino i bambini che nel dopo scuola vengono reclutati per il taglio della lingua (dei merluzzi non dei bambini).
Una volta che i pesci sono stati puliti, eviscerati e legati a coppie di due vengono appesi a testa in giù sulle rastrelliere e rimarranno così per alcuni mesi. Il vento permeato dal sale marino essiccherà i pesci trasformandoli in stoccafisso. L'85% del merluzzo, di qualità pregiata, viene esportato in Italia, la parte restante più scadente del merluzzo tra cui le teste vengono esportate in Nigeria per ricavarne delle zuppe ad alto contenuto proteico.
Ricordo che quello che nell'Italia del Nord viene chiamato baccalà in realtà è stoccafisso, perché il baccalà viene essiccato sotto sale.
Se volete farvi raccontare tutto il procedimento sulla pesca e sulla lavorazione dei merluzzi da un local, ad Ä è presente il museo dello Stoccafisso, sito in un ex magazzino del pesce dove farete la conoscenza di Steinar Larsen, il proprietario parlante italiano.
Alla mia domanda: "Come riesce a vivere in un luogo dove da ottobre fino a marzo è sempre buio?" il
signor Larsen mi rispose così: "Semplice, per due mesi mi trasferisco alle Canarie!"
Prima di lasciare Å ricordatevi di assaggiare i cinnamon boller nella panetteria locale. Squisiti!!!
The bakery |
Un paesino poco distante da Å è Reine, famosa per la sua splendida posizione accanto a una laguna e sovrastata dalla parete di roccia del Reine-bringen. Sicuramente è uno dei volti maggiormente fotografati delle Lofoten.
Reine |
Dopo aver lasciato la punta estrema di queste isole ci siamo recati nel paesino di Nusfjord. L'ingresso è a pagamento e questo lo rende più un paese museo che un autentico villaggio di pescatori. Carino, vale la deviazione ma la visita merita poco meno di un'ora.
Dopo la visita a Nusfjord e grazie alla meravigliosa giornata di sole la nostra tappa è stata l'indimenticabile Haukland Beach, una spiaggia di sabbia bianca con un mare splendido e un grande prato verde. A me ricordava le spiagge incontrate in Australia, ma senza i surfisti all'orizzonte.
Per la nostra seconda notte alle isole Lofoten abbiamo optato per dormire in un appartamento a Kabelvag. A mezzanotte siamo usciti per osservare il tramonto o lo pseudo tramonto visto che il sole in realtà non tramonta mai del tutto. La nostra postazione per goderci lo spettacolo era Rørvikstranda, una spiaggia che avevamo conosciuto il giorno prima e di cui ci eravamo subito innamorati.
Il tramonto alle Lofoten è a dir poco emozionante, il sole scompare dietro la montagna regalando un colore rosa e una luce magnifica al mare e alle montagne di fronte a noi.
E poi il grande fascino di un luogo situato a così alte latitudini è dato dal fatto che quel sole in realtà non scenderà mai del tutto e la luce illuminerà tutta la notte. Devo dire che questo mi ha disorientato, alla fine la nostra vita è scandita dall'alternarsi del giorno e della notte.
Volendo in questi luoghi si può rivoluzionare il proprio stile di vita: dormire quando si è stanchi e mangiare quando si ha fame. Per gli amanti delle esperienze "wild", campeggiare alle Lofoten non è pericoloso, niente buio, niente animali, solo una mascherina per la notte.
La terza nostra giornata alle isole Lofoten è iniziata visitando la graziosa cittadina di Hennisgavær, denominata la Venezia delle Lofoten. Il nome ci è parso un pò pretenzioso ma forse è stato il paese più autentico del nostro viaggio.
La giornata è stata dedicata a goderci il sole e la cucina del territorio.
Prima tappa in una caffetteria: Hennisgvaer Lysstoperi & Cafè, che propone ottimi dolci e dove vendono, non so perché, anche candele colorate.
Il porto è un piccolo gioiello, tanto bello da decidere di fermarci per pranzo in un ristorante dotato di terrazza con vista. Il ristorante si chiama Fiskekrogen ed ovviamente la cucina era a base di pesce. Le porzioni sono state abbondantissime e dopo aver preso una ottima zuppa di pesce e un hamburger di halibut, sono uscita rotolando. Mio marito ha voluto assaggiare le lingue di merluzzo fritto.
Evidentemente da queste parti del merluzzo, come per noi il maiale, non si butta via niente.
Il nostro itinerario è terminato in un ostello, il Bogen Hostel, vicino all'aeroporto di Evenes. Erano presenti tre generazioni a confronto. Una coppia di cinquantenni che aveva affittato un appartamentino intero con terrazza vista lago, la categoria dei ventenni che aveva preso la camera con bagno in comune e poi noi, gli over 30 (non specifico quanto over) abbiamo optato per una camera con bagno e cucina in comune. Più si sale con l'età maggiore è la possibilità economica ma minore la capacità di adattamento.
La vista dalla camera è stata una delle migliori della mia vita, inaspettatamente in un ostello.
Dopo tre giorni alle Lofoten ci siamo sentiti sazi di cose belle viste, di colori saturati all'ennesima potenza, di aria pulita, di natura, di vento fresco e di tanta luce, perenne giorno notte.
Ci siamo posti come obiettivo di tornare, questa volta di inverno, con il buio e la neve. Tutta un'altra esperienza ma non è detto che non sarà altrettanto affascinante.
Nusfjord |
Haukland Beach |
Per la nostra seconda notte alle isole Lofoten abbiamo optato per dormire in un appartamento a Kabelvag. A mezzanotte siamo usciti per osservare il tramonto o lo pseudo tramonto visto che il sole in realtà non tramonta mai del tutto. La nostra postazione per goderci lo spettacolo era Rørvikstranda, una spiaggia che avevamo conosciuto il giorno prima e di cui ci eravamo subito innamorati.
Rørvikstranda |
Il tramonto alle Lofoten è a dir poco emozionante, il sole scompare dietro la montagna regalando un colore rosa e una luce magnifica al mare e alle montagne di fronte a noi.
E poi il grande fascino di un luogo situato a così alte latitudini è dato dal fatto che quel sole in realtà non scenderà mai del tutto e la luce illuminerà tutta la notte. Devo dire che questo mi ha disorientato, alla fine la nostra vita è scandita dall'alternarsi del giorno e della notte.
Volendo in questi luoghi si può rivoluzionare il proprio stile di vita: dormire quando si è stanchi e mangiare quando si ha fame. Per gli amanti delle esperienze "wild", campeggiare alle Lofoten non è pericoloso, niente buio, niente animali, solo una mascherina per la notte.
La terza nostra giornata alle isole Lofoten è iniziata visitando la graziosa cittadina di Hennisgavær, denominata la Venezia delle Lofoten. Il nome ci è parso un pò pretenzioso ma forse è stato il paese più autentico del nostro viaggio.
La giornata è stata dedicata a goderci il sole e la cucina del territorio.
Prima tappa in una caffetteria: Hennisgvaer Lysstoperi & Cafè, che propone ottimi dolci e dove vendono, non so perché, anche candele colorate.
Porto di Henningsvær |
Il porto è un piccolo gioiello, tanto bello da decidere di fermarci per pranzo in un ristorante dotato di terrazza con vista. Il ristorante si chiama Fiskekrogen ed ovviamente la cucina era a base di pesce. Le porzioni sono state abbondantissime e dopo aver preso una ottima zuppa di pesce e un hamburger di halibut, sono uscita rotolando. Mio marito ha voluto assaggiare le lingue di merluzzo fritto.
Evidentemente da queste parti del merluzzo, come per noi il maiale, non si butta via niente.
Il nostro itinerario è terminato in un ostello, il Bogen Hostel, vicino all'aeroporto di Evenes. Erano presenti tre generazioni a confronto. Una coppia di cinquantenni che aveva affittato un appartamentino intero con terrazza vista lago, la categoria dei ventenni che aveva preso la camera con bagno in comune e poi noi, gli over 30 (non specifico quanto over) abbiamo optato per una camera con bagno e cucina in comune. Più si sale con l'età maggiore è la possibilità economica ma minore la capacità di adattamento.
La vista dalla camera è stata una delle migliori della mia vita, inaspettatamente in un ostello.
Boegen Hostel |
Dopo tre giorni alle Lofoten ci siamo sentiti sazi di cose belle viste, di colori saturati all'ennesima potenza, di aria pulita, di natura, di vento fresco e di tanta luce, perenne giorno notte.
Ci siamo posti come obiettivo di tornare, questa volta di inverno, con il buio e la neve. Tutta un'altra esperienza ma non è detto che non sarà altrettanto affascinante.