lunedì 28 maggio 2018

VIAGGIO IN GIAPPONE 2

VIAGGIO NEL CUORE DEL GIAPPONE: ALLA SCOPERTA DI TOKYO, KYOTO, ALPI GIAPPONESI FINO ALLA PENISOLA DI WAKAYAMA 

- 2° parte -

La prefettura di Wakayama è un territorio che si estende a sud di Osaka fino all'oceano Pacifico. Poco nota a molti,  può essere definita come l'anima spirituale di questo straordinario Paese.
Da secoli infatti monaci e asceti si recano in queste zone in pellegrinaggio attraversando sentieri considerati sacri; nel corso degli anni queste montagne hanno inoltre mutato poco il loro aspetto, la natura regna sovrana e i centri religiosi più importanti del Giappone si amalgamano perfettamente all'interno di essa.
I mezzi di trasporto locali non permettono di visitare questi luoghi con facilità. Pertanto abbiamo noleggiato per un paio di giorni un auto a Wakayama, la Nissan Roox che per via della forma è stata soprannominata Nissan Cubotto e abbiamo iniziato il nostro viaggio on the road percorrendo questi luoghi magici.



Il nostro primo viaggio in auto è stato in direzione del monte Koya. Il Koya-san è un altopiano a nord di Wakayama dove è presente il complesso monastico omonimo, sede centrale della scuola Shingon di buddhismo esoterico.
Qui non sono presenti hotel ma è possibile soggiornare nelle foresterie dei templi che vengono chiamate shukubo. 
I costi per dormire in queste strutture sono abbastanza elevati ma sono del parere che "Almeno una volta nella vita si può fare". Con questa frase in realtà ci stiamo togliendo un bel pò di sfizi ma la vita è anche fatta di ricordi e di momenti magici e più ce ne sono meglio è.
Comunque prezzi da hotel a cinque stelle ma servizi ovviamente un pò spartani. Ho letto recensioni negative sul fatto che vivere questa esperienza non valga la spesa.
Se ne può discutere. 

Sensojii

Il nostro shukubo era il Sensoji, una bella struttura dal rilassante giardino. La nostra camera era un vero e proprio appartamento in stile giapponese con tatami e futon preparato dai monaci durante la cena. I servizi igienici erano in camera mentre le docce erano in comune. Cena e colazione preparata dai monaci, rigorosamente cibo vegetariano. Per noi occidentali credo che la difficoltà maggiore sia stata la colazione  perché non siamo abituati a mangiare tofu, zuppa di miso e riso alle 7 del mattino.
La sveglia suona presto: alle 5,30 in piedi per poter assistere alla preghiera del mattino.
Viene fornita la yukata (il kimono leggero) che può essere utilizzato per dormire e per i pasti. Raccomandazione: non andate ad assistere alla preghiera al tempio indossandola, sarebbe come se andaste in chiesa in pigiama. Il monaco anziano ha dovuto redarguire più persone, marito compreso.
I monaci sono stati molto gentili e disponibili, conoscono poco l'inglese ed erano molto giovani. Pensare che adolescenti entrino in un monastero isolato su una montagna mi lascia un pò riflettere, non so cosa li spinga a fare una scelta così totalizzante.
Il monte Koya è considerato sacro per merito di un monaco buddhista giapponese Kobo Daishi Kukai (774-835) che divenne un'asceta itinerante fra le montagne giapponesi. Dopo un periodo trascorso in Cina, tornò in Giappone con la missione di  costruire un monastero e scelse il Koyasan come sito.  Si crede che in realtà Kobo Daishi non sia morto ma che sia entrato in uno stato di meditazione eterna nel 835. Si pensa che egli sia ancora all'Okunoin (il cimitero), intento a pregare per il bene del mondo.
I devoti di Kobo Daishi iniziarono a costruire stele funerarie e altri monumenti in pietra nei pressi del mausoleo e lungo il sentiero tanto che ora sono più di 200000 opere funerarie. Fra questi devoti si annoverano monaci buddhisti, guerrieri, signori medievali oltre che gente comune.

Okunoin


Camminare all'interno del cimitero è molto suggestivo soprattutto quando giunge il tramonto, molte opere funerarie sono particolari e personalmente anche un pò inquietanti.

Molte delle stele funerarie hanno la forma di una struttura a cinque piani. Sono ciò che viene chiamato Gorinto o stupa dei cinque elementi. Le cinque pietre poste una sull'altra rappresentano i cinque elementi che secondo il buddhismo costituiscono il mondo fisico: terra, acqua, fuoco, vento e spazio.

Gorinto

Nella zona occidentale della città è ubicato il Garan, ossia il complesso sacro costituito da otto edifici principali tra templi e pagode.
Per visitare il Koyasan è sufficiente una giornata a meno che non veniate colti da vocazione e decidiate di rimanere in un tempio a meditare.

Dopo aver lasciato il nostro shukubo la splendida Nissan Cubotto ci ha condotti nel paese di Kumano, sull'oceano. Prima di raggiungere questa piccola cittadina abbiamo fatto una deviazione verso le splendide risaie terrazzate di Maruyama Senmaida. Immerse nella vegetazione queste terrazze di risaie sono ancora coltivate alla vecchia maniera e abbiamo avuto la possibilità di incontrare i lavoratori che stavano facendo la pausa pranzo.


Maruyama Senmaida
Il nostro hotel a Kumano era disperso nelle colline ed era un vero e proprio resort destinato al relax dei giapponesi. Infatti non c'era un'indicazione in inglese, cosa che ci ha reso difficile trovare persino la reception.
La camera del Resort Kumano Club era magnifica, un vero e proprio appartamento, dotato di balcone, salotto, camera e uno splendido bagno.
La struttura nasce per rilassare la clientela e tutto ruota intorno al centro benessere. Come si sa, paese che vai usanza che trovi e l'usanza in Giappone è che negli onsen si entra nudi. Da donna pudica occidentale ho anche provato a chiedere di poter entrare in costume ma mi è stato vietato. Devo ammettere che dopo il primo imbarazzo, mi sono trovata a mio agio. I giapponesi sono molto puliti e prima di accedere alle vasche e in sauna bisogna farsi una doccia molto accurata. Mi sono stupita di come le donne anche le più anziane senza il minimo pudore giravano serenamente nude per la spa.
Non dimenticate che se avete tatuaggi vi potrebbe essere negato l'ingresso negli onsen (questo perche i tatuaggi nella cultura nipponica sono associati alla Yakuza, la mafia giapponese).
Avrei dato un voto eccellente a questa struttura se non fosse per la nota dolente della colazione. Sono convinta che i prodotti fossero di altissima qualità e per un giapponese fosse un ricco pasto ma proprio non sono in grado di assaggiare un pesce arrosto alle 8 del mattino. Al mio "Do you have some bread? (Avete del pane) il cameriere mi ha guardato con aria dispiaciuta probabilmente non capendo la mia richiesta visto che mi aveva portato zuppa di miso, riso, sottaceti, tofu, oltre ovviamente al pesce. Fortuna che mosso da pietà mi ha portato dello yogurt e un kiwi.
Paese che vai usanza che trovi ma la colazione a base di pesce proprio non la reggo.

Al terzo giorno del nostro viaggio abbiamo visitato il luogo che mi ha spinto a visitare la penisola di Wakayama. Non so voi ma a volte aggiungo tappe o scelgo destinazioni in base a delle foto viste per caso su instagram o nei vari siti di viaggio. Questo è accaduto per il tempio di Nachi Taisha. E' un santuario shintoista che si trova in mezzo a un bosco vicino ad una cascata. Per arrivarci è necessario salire su una ripida scalinata ma la fatica verrà ripagata dalla vista.
Per me questo tempio costruito in onore della cascata che gli fa da sfondo è uno dei luoghi più belli visti in Giappone.

Nachi Taisha
Avrete notato nelle foto che molto spesso compaiono donne vestite con il kimono. Non sono tutte geishe ma donne giapponesi che molto spesso indossano gli abiti tradizionali per visitare i templi.
Alcune sono meravigliose da vedere, eleganti e raffinate, altre un pò meno.


Di ritorno verso Wakayama abbiamo guidato sulla litoranea scoprendo un mare dai bellissimi colori.
Per pranzo abbiamo mangiato nell'estremo sud della penisola sulla piacevole spiaggia di Kushimoto, nel pomeriggio ci siamo fermati a Shirahama dove è presente una bellissima spiaggia di sabbia bianca.
Ho però scoperto che la sabbia è stata importata dall'Australia perché la marea l'aveva portata via. Cosa non fa la globalizzazione.

Shirahama beach
Ultima sera a Wakayama city nell'hotel Daiwa Roynet, la nostra camera aveva una meravigliosa vista che dava sul castello della città.

Daywa Roynet Wakayama

Questo itinerario è stata una piacevole parentesi del nostro viaggio in Giappone: anche luoghi meno noti possono stupire e regalare emozioni. Per chi avesse tempo e piedi buoni si possono percorrere  le vie di pellegrinaggio del Kumano Kodo, dichiarate Patrimonio dell'Unesco dal 2004.

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