domenica 17 maggio 2020

CHILOÈ

CHILOÉ

DOVE L'OCEANO SI MANGIA LA TERRA A MORSI E IL CONTINENTE SUDAMERICANO SI SGRANA IN ISOLE.




Chiloé significa terra dei cahuiles, i gabbiani dalla voce stridula e dalla testa nera ma si sarebbe dovuta chiamare terra del legno e delle patate. (I. Allende)
Definizione più che veritiera ma anche isola i cui miti e leggende si contrappongono alla quantità di chiesette in legno disseminate per tutta l'isola.

Iglesia Santo Judas Tadeo, Qinchao


Il nostro viaggio in Cile era iniziato scoprendo le città più note: Santiago e Valparaiso. Nella capitale cilena abbiamo preso poi un volo per Puerto Montt, da cui abbiamo noleggiato un auto per raggiungere l'arcipelago di Chiloé.
Da Puerto Montt un tratto di strada piacevole immersa nei pascoli vi conduce a Pargua da cui poter prendere un traghetto e attraccare sull'isola di Chiloé.
La nostra prima sensazione è stata di stupore per l'intenso traffico trovato in strada. Comprensibile però visto che l'arteria principale dell'isola fa parte della leggendaria Panamericana, la strada che unisce dall'estremo nord all'estremo sud tutto il continente americano.
La città più famosa è Castro, anch'essa molto trafficata ma se, come noi, soggiornate sulle palafitte di Gamboa, potrete fare un salto nel tempo e scoprire un ambiente tranquillo e pacifico.
Castro è una città portuale le cui abitazioni sono costruite su palafitte in legno. Il tempo è scandito dalle maree che mutano da un momento all'altro il paesaggio circostante.

Palafitte Gamboa

A Castro abbiamo soggiornato al Cafè y Veliche, una bellissima palafitta costruita in chiave moderna dalla vista mozzafiato.
Abbiamo trascorso 3 notti e questo ci ha permesso di visitare l'isola grande di Chiloé e alcune delle più piccole. Comodi traghetti trasportano persone e auto da un'isola all'altra.
Se amate la vivacità delle piccole città portuali Castro e Ancud faranno al caso vostro ma sono le uniche. Appena ci si allontana l'atmosfera muta velocemente e ci si ritrova immersi in un ambiente pacifico disseminato di pascoli.
Se si attraversa il Parque Nacional Chiloé le strade si fanno sterrate e a bordo strada si incontrano mucche o cavalli. 
Cucao è la via d'accesso per raggiungere il Puente de Las Almas: una passerella di legno che termina nel vuoto con vista oceano. Secondo la leggenda, quando una persona muore il suo spirito deve raggiungere questo punto e chiamare il Tempilkawe, il traghettatore che conduce le anime nell'aldilà.

Puente de Las Almas


La passerella è raggiungibile tramite un piacevole percorso a piedi di circa un'ora tra la natura rigogliosa del parco. In queste zone piove spesso, lo testimonia il verde acceso dei prati, dall'oceano si alza un fitta foschia che rende il luogo affascinante e a tratti inquietante. 

Parque Nacional de Chiloé


Un'isola splendida abitata solo da pastori e pescatori è Quinchao. Ci si sente in un'altra epoca e ai confini del mondo.

Quinchao

Un altro paese davvero incantevole è Dalcahue, situato nell'isola grande, è il porto da cui partono i traghetti per Quinchao. Le barche incagliate nel fondale a causa della bassa marea in una giornata nuvolosa rendono il luogo magico.

Dalcahue



E per concludere i nostri tre giorni in questi luoghi così speciali, cena su una delle palafitte di Gamboa a Castro. Il piccolo ristorante arredato con gusto e ricco di oggetti particolari molto retrò si chiama Cazador. Assaggiate l'ottimo curanto, il piatto simbolo di Chiloè: un mix di carne, patate e crostacei cucinato sotto terra.

Cazador

Curanto

Chiloé è un luogo poco conosciuto a noi europei e fuori dagli itinerari turistici. Ma se volete respirare un'atmosfera autentica, sorseggiando un buon Cabernet Sauvignon e guardando il cielo che cambia colore ad ogni ora...Chiloé è il posto che fa per voi! 
 

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